
Atelier12, la collezione Abisso al Fuorisalone 2015
Pare che una lista di ingredienti corta sia indice della genuinità di un alimento. Ma per un prodotto di design può essere valida la stessa regola? Mi spiego meglio.
Se prendo dell’acciaio inox, del Cristalplant® biobased (più avanti vi spiego cos’è) e del legno in più essenze, riesco a tirar fuori qualcosa di interessante? A giudicare da quanto ho visto da Atelier12 durante la Design Week direi proprio di sì.
Ho visitato lo showroom lo scorso giovedì mattina di buon’ora, raggiungendolo in Corso Colombo 15 in pochi, pochissimi passi dalla stazione di Porta Genova, e ho avuto il privilegio di godermelo con calma, in solitudine; la mia reflex ed io. Troppo presto perché fosse intasato dalla ressa di visitatori comuni e anche perché fossero presenti Francesco (Meneghello) e Davide (Lanfranco), designer e direttori creativi del brand, reduci dall’evento della sera precedente.
Nell’aria, lieve ma persistente, l’aroma Noir cuir associato alla presentazione della prima collezione, abisso. Ne ho ricevuta in regalo una boccetta e ora, tornata a casa, sto bene attenta a distillarla con cura. Non voglio che finisca subito. Fisso in queste righe il ricordo di quello che ho visto.
Uno spazio arioso, quello della Fondazione Maimeri; ospita l’esposizione con discrezione, senza prevalere mai. Pareti intonacate e tinteggiate di fresco, ampie vetrate, impianti a vista, qualche elemento architettonico del passato. Così vicino, così lontano.
Disseminato con cura, saldamente ancorato ai muri, abisso. Scatto una prima foto e mi avvicino a sfiorare con la mano, fresca e asciutta, il legno del ripiano. Percepisco senza difficoltà la grana superficiale, riconosco le venature. Immagino di affondarci un coltello e di trovare solo legno; niente più. Materia allo stato puro.
A contrasto del legno due superfici perfettamente lisce, opache, forti; non hanno incertezze di forma o funzione. Sono coerenti con l’insieme e lo sarebbero anche in autonomia.
Una delinea, a partire da un quadrato o da una circonferenza, la conca profondissima del lavabo. Il nero le dona e spegne la solita lucentezza a specchio che siamo abituati ad associare all’acciaio inox. Non mi dispiace affatto. Sono una da finitura opaca, io.
L’altra disegna il piano del bacino estraibile incassato nel lavabo che, lungo il suo perimetro, permette all’acqua di scorrere via, verso il sifone e lo scarico a scomparsa. Quest’elemento è fatto del Cristalplant® biobased che vi dicevo.
Faccio qualche ricerca e scopro che si tratta di un materiale solid surface eco – sostenibile, derivante da materie prime resinose di origine vegetale, miscelate a minerali inerti naturali di estrema purezza. Il discorso mi torna, con quello che so di Francesco e Davide e di quello che pensano significhi progettare e produrre.
Hanno un po’ la fissa della filiera corta, ‘sti due. Sarà il fatto che sono giovani (così giovani che mi separa da loro più di una decina d’anni ed essendo già io giovanissima, non so: avranno l’età per lavorare?!?) e quindi particolarmente sensibili, culturalmente, alle tematiche contemporanee della sostenibilità, della valorizzazione territoriale, dell’artigianalità. Sarà che arrivano da una provincia veneta dove il valore del lavoro associato al fare e al materiale è strettamente legato alla persona e allo spazio.
Fatto sta che il significato del progetto e del realizzato hanno, per loro, un legame imprescindibile con la materia, oggetto, tra l’altro, di una ricerca intima e profonda sul rapporto tra l’uomo e l’abitare: una casa e, soprattutto, un luogo, come il bagno, simbolo del privato, della solitudine, dell’interiorità. Simona di BesideBathrooms lo sa bene e, a breve, ve ne parlerà ancor meglio di quanto sto facendo io.
Posso però dirvi che, almeno per un aspetto, detengo l’esclusiva di un’analogia che lega il mio blog al progetto di Atelier12. Se io, infatti, vesto casa con il blog, Francesco e Davide, con abisso, vestono stili (di moda e di vita) e danno vita a tendenze che nulla hanno da invidiare a quelle dell’universo fashion. Ancora una volta, come per il passato, così vicini, così lontani.
La briccola di Venezia, l’abete grigio prima patina, il larice e l’abete seconda patina, il rovere termotrattato e il noce canaletto rispondono, di volta in volta, alle esigenze di diversi trend: casual, chic, punk. A ciascuno il suo stile, il suo design outfit. Allo specchio, ampio e sincero, ci si esamina, ci si riconosce; in privato e senza dar troppa importanza agli stimoli esterni. Il bagno è il luogo della persona.