
Ci sono la storia di un territorio, da generazioni, e le piastrelle che avete nei vostri bagni e nelle cucine a raccontare che la ceramica e il gres porcellanato sono cose serie. Per me, poi, che faccio l’architetto da più di quindici anni, sono ancora più serie.
I ricordi dei miei primi disegni esecutivi di interni di abitazioni, infatti, sono legati indissolubilmente a infiniti pattern a matrice quadrata e rettangolare, declinati in ogni variante possibile e materializzati, infine, in superfici opache o lucide, fredde al tatto ma capaci di trasmettere il calore di un materiale strettamente legato alla terra e alle origini antichissime del saper fare.
Lo sviluppo di queste origini, tradotto prima in artigianato e poi in industria, può essere raccontato in tanti modi. Uno di questi, ad esempio, prevede di accedere all’archivio di memorie, progetti, esperimenti di una realtà italiana con profonde radici nel passato e con una storia che, punto per punto, può farci ripercorrere alcune tappe fondamentali.
L’archivio che esploriamo oggi è quello di Casalgrande Padana, realtà innovativa della ceramica e del gres porcellanato innestata nel territorio emiliano proprio a Casalgrande, a una decina di chilometri da Sassuolo e a una ventina da Reggio.
Questo che leggete è il primo tassello di un racconto sull’azienda che, da questo maggio, proseguirà fino alla fine del 2019 e si articolerà in un calendario di contenuti diversi, che sarò felice di sviluppare anche con la vostra collaborazione, a seconda delle curiosità che vorrete soddisfare attraverso la nostra comunicazione sui social.
Casalgrande Padana: 4 punti chiave per conoscere l’azienda
Come vi dicevo, parleremo a lungo, qui sul blog, dell’azienda emiliana. Per aiutarvi (e aiutarmi da sola!) a inquadrarla fin dall’inizio nella giusta prospettiva, penso che possa utile annotare quattro aspetti importanti che la caratterizzano e che, in un certo senso, costituiscono il leitmotiv in base al quale è possibile leggere ogni collezione e iniziativa dell’azienda stessa. Vediamoli insieme.

Casalgrande Padana: la storia di un’azienda e di un territorio

La storia di Casalgrande Padana è lunga e complessa, profondamente intrecciata a quella italiana e, più specificamente ancora, a quella emiliana.
Prima di riassumervela – con uno schemino facilmente leggibile che spero vi piacerà! 🙂 – vi faccio una domanda, dando per scontato che già sappiate che, proprio in Emilia, si trova il Distretto Ceramico e cioè l’insieme delle realtà industriali del settore pavimenti e rivestimenti in ceramica che, in autonomia, è responsabile di un’enorme fetta produttiva a livello nazionale e internazionale.
La domanda è questa:
perché l’industria ceramica ha avuto uno sviluppo così rilevante proprio in questo specifico territorio e, in particolare, nell’area di Sassuolo?
Dato che me la sono posta anch’io, ho cercato, documentandomi, di trovare una risposta. I motivi di questa specificità sono, senza pretendere di essere esaustivi:
- l’origine agricola della zona che, in termini di manodopera e di consistenza di capitali finanziari, vuol dire abbondanza di forza lavoro a basso costo e disponibilità economica sufficiente ad accettare il rischio di investire in un’iniziativa industriale
- il facile accesso alle materie prime: la fascia collinare e montana dell’Appennino Modenese e Reggiano è ricca di vari tipi di argilla, ingrediente base per la produzione della ceramica
- la possibilità di avviare un’azienda efficiente di piccole dimensioni con un costo minimo, replicando schemi produttivi già adottati in realtà vicine (in pratica ci si imitava e si cresceva, dando impulso allo sviluppo dell’industria nel territorio)
Chiarito il dubbio, passiamo alla storia di Casalgrande Padana.


La lunga storia dell’azienda, riassunta per punti principali, racconta con chiarezza tre sue vocazioni:
- quella del continuo confronto con l’architettura (e con gli architetti), attraverso la ricerca di soluzioni innovative in grado di spingere le possibilità d’uso del gres porcellanato in situazioni prima inesplorate
- quella dell’eccellenza dei materiali e del design, con la proposta di soluzioni in grado di rispondere, nel tempo, alle diverse richieste del mercato
- quella del continuo confronto tra tradizione e contemporaneità, esemplificate da due realizzazioni simboliche: la Old House e la Ceramic Cloud
gli edifici simbolo di Casalgrande Padana
il gres porcellanato come non l’avete mai visto
Per dare concretezza al racconto della storia dell’azienda, sono andata a cercare immagini e riferimenti degli edifici simbolo che vi ho citato sopra. Sono tutti visitabili / visibili e si trovano all’interno o nelle immediate vicinanze della sede principale dell’azienda a Casalgrande. Vediamo l’esito della ricerca insieme.
Spero che gli architetti che mi stanno leggendo siano felici di questa sezione dell’articolo!
Creative Centre

L’edificio, realizzato su progetto dello Studio Cerri & Associati, rappresenta una sorta di estensione dello stabilimento produttivo, pensata per accogliere i progettisti e per mettere in connessione le esigenze con le soluzioni e le prestazioni offerte da Casalgrande Padana.
L’involucro, già di per sé, è un manifesto dell’uso innovativo del gres porcellanato. Una serie di lastre, infatti, concorre a formare un sistema di brise-soleil che, oltre al consueto ombreggiamento, offre un servizio in più: l’auto-detersione e la riduzione dell’inquinamento in presenza di irraggiamento solare, ottenuti grazie alla tecnologia fotocatalitica Bios Self-Cleaning a base di biossido di titanio sviluppata dall’azienda in collaborazione con la giapponese TOTO attraverso il marchio HYDROTECT®.
Vi spiegherò meglio tutto nei prossimi articoli dedicati a Casalgrande Padana, in cui i prodotti avranno ampio spazio.
Ceramic Cloud

A metà strada tra installazione permanente e architettura, la Ceramic Cloud rappresenta un momento storico importante: quello che coincide con la prima realizzazione in Italia di Kengo Kuma, l’architetto giapponese che ascolta i materiali e mette in comunicazione, nei suoi lavori uomo/tradizione/natura.
L’opera ha una valenza territoriale: è pensata per riqualificare il paesaggio circostante l’azienda e, allo stesso tempo, per dichiararne visivamente la vocazione di distretto produttivo d’eccellenza della ceramica italiana.
La Ceramic Cloud è situata in prossimità della nuova Strada Pedemontana ed è stata realizzata in collaborazione con le Facoltà di Architettura di Ferrara e Siracusa, ancorando una serie di grandi lastre in gres porcellanato a una struttura metallica che ha uno sviluppo sorprendente: ben 40 metri di lunghezza per 7 metri d’altezza!
Old House

Con il restauro e il recupero funzionale della Old House, Kengo Kuma firma il suo secondo progetto per Casalgrande Padana.
Stavolta l’oggetto dell’intervento è qualcosa che ha a che fare con le origini dell’azienda: un vecchio edificio rurale posto all’interno dell’area produttiva, segno del permanere della memoria storica nonostante il susseguirsi degli eventi e delle trasformazioni industriali.
La Old House accoglie il centro di documentazione di Casalgrande Padana, un archivio materiali e spazi per mostre ed eventi.
The Crown

Per The Crown si può parlare infine di monolite architettonico. Il progetto, che accoglie l’istanza di definire un simbolo nel paesaggio emiliano, porta la firma dell’architetto polacco / statunitense Daniel Libeskind, legato a Casalgrande Padana per un altro intervento che vi mostro tra poco. I numeri del monolite sono impressionanti: altezza pari a un edificio di 5 piani, 28 prospetti diversi, 700 lastre in gres porcellanato della collezione Fractile.
La posa del rivestimento è interamente realizzata a secco con ancoraggio a una sotto-struttura, a sua volta fissata alla struttura portante principale, esemplificando le possibilità esecutive estreme della tecnica della facciata ventilata.
qualcosa, in gres porcellanato, che forse avete visto

Chiudo questa prima rassegna su Casalgrande Padana (scusatemi è lunghissima, mi sono fatta prendere dall’entusiasmo del racconto!) con un edificio che (forse) avete visto. Si tratta del padiglione Vanke a Expo 2015, a Milano; sagoma e rivestimento erano inconfondibili e, prima di leggerlo qui, forse non sapevate che il progetto era di Libeskind e il rivestimento in lastre Fractile.
Ah, un’ultima cosa. Quando fate la spesa al Carrefour, al Lidl o all’Auchan date un’occhiata al pavimento: è più che probabile che sia di Casalgrande Padana. Stesso discorso se mangiate un panino al Mc Donald’s 🙂
[articolo realizzato in collaborazione con Casalgrande Padana]