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Niente da fare. Ogni volta penso di conoscere il catalogo antoniolupi come le mie tasche e poi invece va a finire che mi imbatto in qualcosa di nuovo e così bello da lasciarmi a bocca aperta. Devo farci l’abitudine.
E dire che dell’azienda di Cerreto Guidi abbiamo parlato già tantissime volte, qui sul blog (e continueremo a farlo, evviva!), e che forse ricordate che da qualche parte – su queste pagine o forse sulle stories di instagram – vi ho accennato che uno dei nuovi bagni della mia casa in corso di ristrutturazione sarà in total look antoniolupi.
Ma meglio forse che vi dica subito cos’è stato stavolta a stupirmi e farmi perdutamente innamorare. Le parole chiave sono vintage, riedizione, forme rétro e un buon indizio è la frase con cui Andrea Lupi parla della collezione su cui vi sto incuriosendo:
Da molti anni volevo rieditare gli specchi di mio padre. Sentivo di dover tornare lì, da dove tutto era partito, riproponendoli in chiave contemporanea e costruendovi attorno una collezione importante.
Svelo il mistero. Si chiama Luxor ed è la collezione di specchi da bagno che, come avrete ormai capito, riedita, attraverso uno studio filologico del design curato da Roberto Lazzeroni, gli originali che segnarono i primi passi dell’azienda, nata appunto come produttrice di specchi e di altri piccoli accessori per la stanza da bagno.


Molature sapienti, forme che giocano a ritagliare il perimetro dello specchio rispetto alla superficie della parete in un modo che, forse, non siamo più abituati a vedere, e un richiamo alle atmosfere delle case di una volta, curate in dettagli che erano spesso per sempre, fanno di Luxor una collezione imperdibile per i romantici e le romantiche di ogni tempo.
Ho già una candidata per un progetto che sto curando in questi giorni. Vediamo se il suo sogno riesce a realizzarsi: vorrebbe accompagnare il suo specchio Luxor con una coppia di splendide applique in vetro Rondò, anche queste disegnate da Roberto Lazzeroni.

specchi da bagno moderni, disegnati e realizzati con cura
Dopo l’exploit vintage di Luxor, torniamo passo dopo passo al moderno. Non dimentichiamo però due fattori essenziali della produzione antoniolupi, imprescindibili per gli specchi da bagno e non solo:
- l’attenzione per i dettagli, che non posso che definire – con connotazione assolutamente positiva – maniacale
- la capacità di dialogare con spazi diversi, non per forza completamente votati al contemporaneo ma, anzi, in qualche modo connessi con un immaginario fatto di strati e acquisizioni graduali nel campo del design e dell’interior
Qui di seguito 3 proposte + 1 (quest’ultima ho dovuto lasciarla a parte e poi capirete il perché) in fatto di specchi da bagno, tutte disponibili sul sito antoniolupi nella sezione specchiere / lampade.
Circus: la perfezione della geometria

Dicevo qualche riga fa che saremmo tornati dal vintage al moderno per gradi, e Circus è la prima tappa del percorso. Non poteva che essere questo specchio a segnare la mediazione tra passato e presente, dal momento che il cerchio è la forma geometrica che, più di tutte, accomuna i due tempi ed è ricorrente nel catalogo antoniolupi.
Poco prima che il lockdown ci tenesse tutti a casa ho visitato la mostra dedicata a Gio Ponti al MAXXI qui a Roma (riaperta dal 29 maggio, fino al 27 settembre 2020) e il mio pensiero torna alla 4 volte curva: la piastrella disegnata nel 1960 dal grande architetto milanese per Marazzi, come composizione / ricomposizione della figura perfetta del cerchio.
Spicchio: dinamismo e gioco prospettico

Siamo partiti con Circus e la sua perfetta forma circolare. Cosa facciamo ora? La scomponiamo, eseguendo l’operazione più semplice che esista: il taglio in verticale, eseguito lungo l’asse mediano senza alcuna esitazione.
Il risultato è Spicchio, che utilizza il riflesso dato dalla sua sagoma a semicerchio per frammentare lo spazio intorno a sé, suggerendo visuali inaspettate e giocando con l’alternanza di effetti di contrazione e dilatazione.


USB: la trasformazione in oggetto di design di un’immagine comune

Non c’è oggetto che, negli ultimi anni, sia passato più nelle nostre mani della classica penna USB. Nei meandri dei suoi circuiti, compatti e misteriosi, conserviamo le foto dei nostri ultimi viaggi, quel lavoro urgente da portare a termine o, magari, la bozza del libro che abbiamo sempre sognato di scrivere.
L’oggetto simbolo della memoria digitale ha, tra l’altro, una forma così riconoscibile da sfiorare il concetto di icona. Risultato dell’accostamento di forme geometriche pure, è capace di combinarle in un insieme che, prima di vederlo concretizzato nell’oggetto, risultava del tutto inedito.
antoniolupi utilizza lo strumento del salto di scala, sempre efficace quando si ha a che fare con la trasposizione di significato, per portare le geometrie della USB sulla sagoma di uno specchio da bagno; anzi, su quella di un’intera collezione di specchi da bagno.
Adatti ad ambienti un po’ giocosi e informali, li vedo perfetti, in particolare, per decorare, arredare e rendere funzionale uno spazio dal taglio maschile. La loro eleganza sottile mascherata dal dettaglio tecnologico, infatti, racconta l’origine senza sbilanciarsi troppo e senza rinunciare a un rigore che è presupposto del progetto di reinterpretazione.
Collage: come arte, design e materia possono dar vita a qualcosa di davvero speciale

Guardate con attenzione l’immagine qui sopra e ditemi se ho fatto bene o meno a riservare un posto speciale a Collage, la collezioni di specchi disegnata da Luca Galofaro. All’inizio erano 21: ne ho vista una buona parte, restando letteralmente incantata, visitando la Galleria allestita al Salone del Mobile lo scorso anno (con il mancato evento di quest’anno sembra passato un secolo purtroppo!).
Penso che, persino a un’occhiata distratta, Collage non possa che esservi apparsa come una proposta fuori dal coro, abbastanza lontana da quello che associamo all’idea tradizionale di specchio, soprattutto se da bagno.
Con l’aggiunta di ulteriori 23 prodotti, la collezione di Luca Galofaro ha come obiettivo (ambizioso ma possibile) quello di accostare arte e design coinvolgendo lo spettatore / osservatore attraverso l’attribuzione di un ruolo ben preciso: il completamento di un’immagine ottenuta per strati sovrapposti.
Le possibilità creative e scenografiche date dal progetto sono pressoché infinite: gli inserti che costituiscono i diversi layer in vetro stampato possono proporre, via via, suggestioni architettoniche, geometriche e addirittura sagome antropomorfe, in un gioco di rimandi che offre ogni giorno interpretazioni sempre nuove.
[articolo realizzato in collaborazione con antoniolupi]