
Ho pensato una cosa, oggi, mentre mi mettevo a scrivere questo articolo: parlo tanto di fabbriche e showroom e di materiali per l’interior design – e di ceramica in particolare – e non mi è ancora mai capitato di chiarire i motivi per cui i pavimenti (e i rivestimenti) di casa dovrebbero essere fatti di un legno, cemento, resina o proprio di ceramica.
L’idea mi è venuta perché, riordinando gli appunti sulla mia visita a uno degli stabilimenti produttivi del Gruppo Romani (quello di Rubiera, il più grande e importante), mi sono trovata a fronteggiare una mole così grande di informazioni sulla ceramica, da doverla incanalare in due racconti diversi:
- il primo porta dritto dritto dalle fasi di produzione alle qualità del materiale, in parte percepibili alla vista e al tatto da chi lo acquista per rivestire i pavimenti e le pareti di casa, in parte nascoste, rivelate solo a chi decide, con un po’ di impegno, di studiarle a partire dall’origine
- il secondo, invece, prende una piega un po’ insolita ed esplora le possibilità di rendere tanto diverse lastre in gres che, in realtà, arrivano da una stessa fabbrica
Parto con il primo filone di racconto, va’, così chiariamo un po’ il contenuto di questa piccola introduzione.
dalla fabbrica alla casa: il perché delle qualità della ceramica

Quello che voglio provare a fare è motivare la possibile scelta di utilizzare la ceramica come materiale da pavimento e rivestimento per la propria casa. Spesso, infatti, questa scelta è dettata da motivi puramente estetici e trascura quelli legati all’origine del materiale e alla tecnologia con cui viene prodotto.
Ciascuna fase del processo produttivo delle lastre in gres ceramico è funzionale a definire una qualità specifica del prodotto finito. Nulla viene affidato al caso, fin dalla scelta della miscela di polveri atomizzate che, a partire da un deposito, viene introdotta nelle macchine che definiscono la prima fase di lavorazione: la pressatura.
le fasi di produzione delle lastre in gres ceramico

la pressatura: la piastrella assume forma e dimensioni preliminari
Una miscela di polveri sapientemente dosate (con il quarzo in prima posizione nella lista degli ingredienti) viene inserita in una pressa idraulica attraverso la larga imboccatura di una tramoggia. La pressatura conferisce alla futura piastrella in gres la sua prima bozza dimensionale (sia planare che tridimensionale), ottenuta tramite una serie di stampi progettati per aderire a uno specifico progetto produttivo.
Per spiegarvelo meglio, direi che è un po’ come quando, in spiaggia, i bimbi giocano a dare una forma alla sabbia con le formine in plastica colorate; solo che qui è tutto più in grande.
l’essiccazione: la piastrella acquisisce resistenza e resilienza
Non so voi, ma io mi sono chiesta più volte come una piastrella in ceramica, che nasce da un impasto umido e crudo, possa diventare resistente e dura come la vediamo nelle nostre case. Durante la visita allo stabilimento di Rubiera di Gruppo Romani ho risolto il mistero.
Appena uscita dalla pressa, la piastrella formata e ancora umida viene inserita in un essiccatoio verticale, che abbassa drasticamente la quantità d’acqua contenuta al suo interno e, in questo modo, le fa acquisire capacità di resistenza al carico di rottura e resilienza, cioè possibilità di subire deformazioni durante le successive fasi di lavorazione.

smaltatura, stampa digitale e di nuovo smaltatura: la piastrella viene colorata e decorata
Quando guardate una piastrella posata sul pavimento o sulla parete di casa vostra, dovete sapere che il suo colore, la sua grana superficiale e la sua decorazione arrivano da un processo complesso, che si compie in più fasi e che, in sintesi, prevede una doppia smaltatura (una preliminare e l’altra di finitura), una stampa digitale (come quella che fate in ufficio, ma a scala industriale e con un controllo ottico elettronico della qualità) e un eventuale deposito di una finissima graniglia superficiale, indispensabile per ottenere gli effetti di texture tridimensionale che di sicuro avete già in mente.
la cottura: la piastrella assume la sua forma (quasi) definitiva e diventa il materiale per l’interior e l’architettura che conosciamo bene
Mai cuocere il quarzo velocemente. Questo minerale, se non trattato come si deve, in fase di cottura aumenta di volume in modo incontrollabile e, letteralmente, scoppia. Da Gruppo Romani lo sanno bene e quindi prevedono un ciclo di cottura delle piastrelle che, in tutto, dura ben 45 minuti, passando da una temperatura ambiente a 1.200 gradi e tornando lentamente alle condizioni iniziali.

taglio, rettifica e lucidatura: la piastrella è finalmente pronta per essere imballata e spedita
Alla fine del ciclo di cottura la piastrella è solida, dura, resistente e bella ma, perché sia finalmente pronta per essere posata nelle nostre case, dev’essere tagliata, rettificata e passare un severo controllo di qualità, sia ottico elettronico (per verificare la rispondenza al modello inizialmente progettato), sia tecnologico/funzionale (che a campione viene eseguito con dei veri e propri esperimenti).
Alla fine di tutto, ci siamo: la piastrella è pronta per i pavimenti di casa (e i rivestimenti e, oggi, addirittura per gli arredi e i complementi!).
un solo processo produttivo, quattro brand tutti diversi: conosciamo Gruppo Romani

Vi avevo promesso due filoni di racconto e, chiuso il primo dedicato alle qualità della ceramica, siamo ora al secondo. Le cose si fanno complesse ma interessanti, come solo realtà storicamente e profondamente legate al territorio possono essere.
Succede che nel 1968 Lamberto Romani fonda Serenissima, azienda del Distretto della Ceramica specializzata nella produzione di piastrelle da pavimento e rivestimento; 50 anni compiuti ora. Succede poi che Giorgio e Paolo, figli di Lamberto, con gli anni inizino ad affiancare il padre in azienda e, con il tempo, tutto diventi più ampio e vario, grazie a una serie di acquisizioni ben studiate:
- nel 1992 quella di CIR Manifatture Ceramiche
- nel 2002 quella di Cerasarda (dall’Aga Khan, il fondatore della Costa Smeralda)
- nel 2005 quella di Cercom
Se fate il conto, con Serenissima, siamo a ben quattro aziende radunate in un unico Gruppo, nato ufficialmente nel 2016, ma già attivo in modo sinergico nei dieci anni precedenti.
Durante la visita a Rubiera e poi allo showroom a Villalunga ho dovuto quindi mettere insieme le informazioni che mi arrivavano dall’aver visto un unico ciclo produttivo con quelle che, invece, mi arrivano dalle tante piastrelle diverse ambientate o ben disposte sugli espositori. Ho quindi chiesto spiegazioni e ho scoperto che:
- in un Gruppo, anche se le cose sembrano complesse (e in parte lo sono), le diversità possono essere conciliate proponendo prodotti complementari tra di loro
- le aziende possono agire in maniera semi-indipendente, mettendo a catalogo le proposte individuate come rispondenti a specifiche esigenze del mercato
- non è escluso che i vari marchi, già forti sul mercato, possano in parte farsi concorrenza, così da acquisire valore attraverso il confronto
- la tradizione è una cosa importante: ciascuna azienda del Gruppo mantiene intatto il rapporto con la propria origine e questo rende ogni prodotto riconoscibile nella sua identità e individualità
Spiegare tutto questo a parole è difficile e mai come ora sono felice di potervi mostrare delle immagini per rendervi chiare le differenze.
Serenissima: la tradizione

Dici Serenissima ed è come se dicessi tradizione ed eleganza. L’azienda, capostipite del Gruppo e cinquant’anni appena compiuti, propone a catalogo lastre fino al formato 80 x 180 cm, spaziando nel range degli effetti materici: legno, metallo, pietra, cotto e, naturalmente, anche marmo.
Su quest’ultimo, in particolare, si sperimentano disegni, venature e cromie inaspettate, che coprono le esigenze più innovative del mercato, tralasciando l’insieme di proposte più usuali che ormai riempiono le fiere di settore e che fanno parte della prima ondata di gres effetto marmo.
Molto interessanti le lastre 100 x 100 cm, per due motivi: sono facilmente misurabili (1 lastra = 1 metro quadrato); sono trasportabili in cantiere da una sola persona che però, in fase di montaggio, deve essere assistita.
CIR: la creatività

Se Serenissima è tradizione tradotta in materiali profondamente concreti, CIR è fantasia e sperimentazione. L’azienda copre con le sue proposte le esigenze del mercato in fatto di piccolo formato, decorativo pur se con le prestazioni tecnologiche e funzionali comuni a tutti i prodotti del Gruppo.
Esagone e mattoni dalle forti caratteristiche decorative e cromatiche affiancano collezioni che segnano in modo creativo il passaggio tra passato e presente. Mi riferisco in particolare a Venezia, rivisitazione delle tradizionali marmette o, anche, del pavimento a terrazzo tipico dell’architettura lagunare.
Le possibilità di composizione, contaminazione e personalizzazione dei diversi prodotti sono pressoché infinite e, quando dico che i pavimenti di casa possono acquisire valore se realizzati in ceramica, mi riferisco anche a questa specifica qualità.
Cercom: la tecnologia

Cercom rappresenta la divisione tecnica del Gruppo Romani. Le proposte dell’azienda, infatti, coprono le esigenze estetiche e tecnologiche dell’architettura e delle grandi realizzazioni, prevedendo soluzioni per le pavimentazioni esterne, le facciate ventilate e gli spazi a destinazione d’uso non residenziale, caratterizzate da flussi e usi che richiedono elevate prestazioni in quanto a resistenza e durata nel tempo.
La collezione più venduta di sempre è Gravity: un gres effetto cemento non resinoso, ma satinato e morbidamente vellutato sia alla vista che al tatto.
Cerasarda: il fatto a mano

Per parlarvi come si deve di Cerasarda ci vorrebbe un articolo a parte e una visita dedicata allo stabilimento produttivo situato sul porto di Olbia. La realizzazione delle varie collezioni, infatti, avviene con un processo che è a metà tra l’artigianale e l’industriale, ben distinto da quello degli altri prodotti del Gruppo.
L’azienda fa dell’imperfezione controllata il suo tratto distintivo, dal risvolto decorativo riconoscibile al primo colpo d’occhio senza incertezze. Forse non tutti sapete che Cerasarda sviluppa non solo ceramica da pavimento e rivestimento, ma anche una linea di complementi e oggetti per la casa, bellissimi. Li trovate sul web nella sezione dedicata all’oggettistica del sito aziendale.
[articolo realizzato in collaborazione con Gruppo Romani]