una expo mancata

una expo mancata

E’ da quando sono tornata da Milano che ho preso il vizio di pensare e scrivere a ritroso. Come un gambero, parto dalla fine e, piano piano, seguita dalle parole, me ne torno all’inizio dell’avventura del giorno. Magari, così, mi è più facile dipanare la matassa dei pensieri.

Fatto sta che sabato me ne torno a casa con questo libro sotto braccio e, volenterosa, mi ripropongo di raccontarvi di una Esposizione Universale mancata: Roma, 1942. Solo a leggere la data un brivido corre lungo la schiena, la bocca si secca e crude immagini di guerra, polvere e sangue, ricordo dei documentari dell’Istituto Luce, si impadroniscono della testa e non la mollano più.

Una mostra allestita presso il Museo dell’Ara Pacis rende queste immagini protagoniste di un percorso che, dall’iniziale intento pubblicitario internazionale diventano mezzo di riscatto della ricostruzione post bellica. Un nuovo quartiere, la Città Bianca, sorge ai limiti della vecchia Roma ed è manifesto della nuova architettura, cantiere di sperimentazione delle archistar di quel tempo: Libera, Moretti, Del Debbio, Piacentini.

una expo mancata

Nasce l’EUR, il quartiere dove sono cresciuta, ho incontrato amici e primi amori, sono andata a scuola. L’ho lasciato solo per andarmene a studiare architettura a Venezia e ora, tornata nella mia città, non ci abito più.

Pensavo di raccontarvelo e, magari, di mettervi la pulce all’orecchio, fare paragoni tra una Esposizione mancata e una – quella milanese – iniziata tra mille polemiche.

Evito, invece.

Prima di iniziare a scrivere ho riordinato le foto scattate sabato e mi è venuta voglia di mostrarvele subito, senza tanti giri di parole e – proprio non da me – senza un preciso filo logico. Mi va di mostrarvi un po’ di Roma inedita; non lo faccio da tanto.

una expo mancata

una expo mancata

C’è la teca dell’Ara Pacis di Meier (con un incredibile Lungotevere di sfondo libero dal traffico!) e, quasi coetanea dell’EUR, la Palestra del Duce di Moretti presso l’Edificio delle Piscine al Foro Italico.

L’ho visitata nel contesto di Open House sabato mattina con la guida di Paolo Pedinelli, storico presso gli uffici del CONI. Ho volutamente virato alcune foto al bianco e nero per cancellare virtualmente alcune incursioni fuori contesto: rimaneggiamenti che, nel corso degli anni, hanno violentato l’architettura originaria di Moretti e l’hanno privata di importanti qualità progettuali.

Intanto si aspetta un restauro accurato e, forse, i fondi che arriverebbero con le Olimpiadi del 2024.

una expo mancata

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