
Casa Bertazzoni a Guastalla, Reggio Emilia | il bello della cucina
Lo scorso 2 maggio, a Guastalla, a pochi chilometri da Reggio Emilia, la storia di un’azienda tutta italiana mi è stata raccontata attraverso le parole e il sorriso di una delle sue ultime discendenti, Valentina Bertazzoni.
Il suo cognome è legato a doppio nodo alla cucina, intesa non solo come ambiente della casa o elettrodomestico, ma anche come tradizione che, a partire da una scommessa sostenuta da una buona dose di coraggio, diventa saper fare, ingegneria, innovazione.
Dietro quella porta nera, incorniciata da una serie di specchiature bianche che sembra infinita, si apre uno showroom che, più che mostrare i prodotti, usa i prodotti stessi per raccontare l’evoluzione dell’azienda, a partire dai primi passi mossi in un settore industriale parallelo e inaspettato.
Apriamo insieme quella porta nera e iniziamo il viaggio.
la cucina come tradizione di famiglia
una storia familiare e industriale che inizia alla fine del XIX secolo
Ora so cosa c’è dietro la porta nera: un Manifesto.
A lettere bianche su fondo scuro, ben illuminate, risaltano queste parole: Famiglia, Buon Cibo, Ingegneria. Tutte e tre sono nodi di uno stesso tessuto, tappe di una storia che, come vi dicevo, si dipana nei decenni a partire da un inizio inaspettato. È per questo che le scrivo con la lettera iniziale maiuscola.
Valentina mi racconta di come il suo antenato Francesco Bertazzoni, alla fine del XIX secolo, abbia fatto sua, dopo semplice ma attenta osservazione, la tecnologia delle stufe che, a bordo dei treni diretti verso nord a partire dalla cittadina emiliana, riscaldavano i vagoni.
Le stufe, con Francesco, diventano cucine economiche. Vengono portate in casa e diventano parte della vita quotidiana della famiglia. Sono alimentate a legna e la loro produzione avviene in una fabbrica costruita all’inizio del ‘900 proprio in prossimità della linea ferroviaria.
Il legame con l’industria segna Bertazzoni fin dalla nascita. Nulla viene lasciato al caso e, con il lavoro degli eredi di Francesco, le tecniche della produzione si affinano.
La cura del design non manca ed è strettamente connessa alla funzionalità. Pensate che sia scontato? Nulla di più sbagliato, a giudicare dalla scomodità di tanti arredi e complementi che vedo in giro e dalla mancanza di cura estetica di tanti oggetti che utilizziamo nella nostra quotidianità.
La cucine Bertazzoni hanno coerenza progettuale fin dall’inizio. Anche solo attraverso le immagini potete rendervene conto.
[nota: avrei voluto portare via con me almeno un paio di queste antenate delle cucine moderne. Mi è stato impedito. Soffro.]
gli anni ’50 e ’60 (e il ritorno del vintage ai giorni nostri)
La sezione storica di Casa Bertazzoni si chiude con una cucina che ha le griglie di un verde intenso e scuro che avrei potuto tranquillamente incontrare allo scorso Salone del Mobile o, prima ancora, all’edizione di gennaio di Maison et Objet. Attualissimo, dunque.
Anche il design è moderno, pur essendo in qualche modo solido, proprio come il suo logo.
Si vede al primo colpo d’occhio che arriva da un settore industriale diverso da quello specifico della cucina, avendone mutuato gli strumenti per migliorare prestazioni e funzionalità.
Con il passare degli anni l’alimentazione delle cucine si evolve: la legna viene abbandonata, fa spazio al gas e, infine, accoglie l’innovazione dell’elettricità. Le prime cucine ibride gas / elettricità risalgono agli anni ’60. Le originali erano bellissime.
Per darvi un’idea di quanto lo fossero ho nello showroom un’occasione speciale: quella di fotografare la collezione Prima che, nel design, richiama proprio le sue antenate (e hai dei colori meravigliosi!).

il bello della cucina | la collezione Prima di Bertazzoni
del buon cibo e del perché a Casa Bertazzoni c’è una cucina completamente funzionante

il bello della cucina | la cucina di Casa Bertazzoni
Dalla sezione storica chiusa dalla cucina con le griglie verdi smaltate faccio un salto ideale alla parte finale dello showroom Bertazzoni. Vi mostro la fotografia del punto esatto in cui Valentina, inconsapevolmente, mi ha terrorizzato dicendo: noi i nostri ospiti li facciamo cucinare, di solito.
Se mi leggete da un po’ di sicuro sapete che, tra affidarmi il disegno di una poltrona e mettermi ai fornelli, è decisamente meglio optare per la prima ipotesi.
Dopo aver capito che no, non avrei dovuto cucinare, mi sono ripresa un attimo e ho capito una cosa: questa cucina rossa fiammante è, come tutto il resto che la circonda in questa porzione di showroom, perfettamente funzionante.
Periodicamente showcooking e attività di cucina assistita (non saprei come chiamare altrimenti il fatto che uno chef, o qualcuno che sa di cucina, aiuti qualcuno come me a far uscire dalla pentola incredibili prelibatezze) la popolano e la animano.
Questo assume, a pensarci bene, una duplice valenza:
- fa apprezzare al visitatore la qualità delle cucine Bertazzoni intese come elettrodomestici frutto dell’eccellenza dell’ingegneria italiana;
- dà modo al visitatore di testare la cucina di Casa Bertazzoni utilizzando i prodotti del territorio, che l’azienda vanta come orgoglio di origine culturale e produttiva comune.
ingegneria ed evoluzione: le cucine Bertazzoni non sono solo belle
Quelli di Bertazzoni, a parte l’amore per la storia, hanno di sicuro la mania dei dettagli. Non sto qui a spiegarvi tutte le tipologie di cucine che definiscono le diverse collezioni; spero che avrò l’occasione in futuro per approfondire l’argomento e raccontarvi tutto, già a partire dai presupposti del progetto.
Per ora vi basti sapere una cosa: una cucina destinata a un utente europeo è diversa da una cucina destinata a uno chef dilettante che abita a Miami ed è ancor più diversa da una cucina pensata per chi, a Oriente, cucina nel wok.
La caratteristica che accomuna tutte queste cucine è la provenienza da uno stesso processo industriale che, durante alla visita allo stabilimento, mi è stato indicato come Toyota Production System, in antitesi al metodo Henry Ford precedentemente adottato in azienda.

il bello della cucina | il Toyota Production System adottato dall’azienda Bertazzoni
Si tratta di un metodo di produzione che mira all’ottimizzazione delle risorse, alla flessibilità e al rendimento ottimale in funzione della domanda. In pratica – e spero di aver capito bene la spiegazione dell’addetto durante la visita – è una sorta di concretizzazione del concetto: ridurre ciò che non porta valore, massimizzare la resa.
Ogni segmento della produzione è curato da personale altamente qualificato, a cui gli incarichi giornalieri e settimanali vengono assegnati attraverso semplici bacheche affisse all’ingresso delle diverse aree. La gestione non è digitale, ma cartacea; questo rende tutto più immediato e comprensibile nel corso dell’intero ciclo di produzione.
Bertazzoni è un’azienda moderna capace di guardare alla tradizione come serbatoio culturale al quale attingere per verificare la bontà delle nuove soluzioni progettuali.
È una realtà familiare che, ancora oggi, conserva tra le file del suo personale il cognome del fondatore. Paolo Bertazzoni è l’Amministratore Delegato, Valentina è la Style and Brand Director dell’azienda. Siamo alla sesta generazione e l’obiettivo, fin dall’inizio, è il bello della cucina.
il bello della cucina
altre immagini di Casa Bertazzoni
design outfit per Bertazzoni | novità, prodotti e storia dell’azienda
Sono felice di raccontare, attraverso le pagine di design outfit,
la storia e le novità di Bertazzoni, azienda leader nel settore cucina.
Un clic sull’immagine e accederete ai contenuti che costruiscono il racconto!
Spero che vi piacciano e vi aiutino a comprendere a fondo l’evoluzione
del design italiano dedicato alla cucina in Italia nel corso degli ultimi anni.
Per domande, informazioni e per un progetto su misura per la vostra cucina,
potete contattarmi o visitare la pagina
dedicata alla consulenza su misura. Grazie! 🙂
[articolo realizzato in collaborazione con Bertazzoni]