design made in India tra industria, artigianato e poesia
design made in India tra industria, artigianato e poesia

Di solito sono una dalla tastiera facile. Mi basta appoggiare le dita sulle lettere e quelle cominciano a correre in rapida successione rispetto al fluire delle idee. Penso e scrivo, molto velocemente. A inizio marzo, però, ho fatto un viaggio che mi ha reso impossibile attivare questo meccanismo automatico e mi ha costretto a fermarmi per riflettere con calma e per digerire luci, profumi e sorrisi lontani.

Questo viaggio ha avuto come meta Delhi, territorio del nord dell’India che, tra i suoi 9 distretti, comprende quello di Nuova Dehli, la capitale dello stato. Con un numero di abitanti superiore ai 16.000.000, Delhi si colloca al sesto posto nella classifica delle aree urbane più popolose al mondo e, dopo averla visitata, non ho davvero dubbi che lo sia. La congestione è inimmaginabile e ti ci trovi immerso anche se non vuoi. Fa parte del gioco e, per capire almeno un po’ l’India, non puoi tirarti indietro.

Da Delhi, con le impareggiabili Antonella e Silvia dell’agenzia Spoongroup, un gruppo di amici giornalisti e Carlotta del blog unprogetto, già compagna di molti viaggi, mi sono avventurata qualche chilometro in là, verso sud ovest, nella regione di Gurgaon. La capitale di quest’ultimo, tanto per capirci, è la Chandigarh di Le Corbusier.

Per tutta la durata del viaggio sono stata ospite di Jaquar, azienda indiana specializzata in prodotti di design d’eccellenza per il settore bagno e wellness. L’ospitalità è stata così attenta, discreta e gentile che spero di riuscire a trasmettere parte del suo valore anche a voi procedendo con il mio racconto.

Le tappe del viaggio corrispondono a un percorso di scoperta, lungo il quale ho imparato alcune cose sul design made in India:

  • come nasce un rubinetto
  • come nasce una vasca (in acrilico)
  • com’è fatto un edificio a energia zero

Vi racconto tutto tappa per tappa e spero che le immagini siano capaci di spiegare quanto e più delle parole.

design made in India | come nasce un rubinetto

design made in India tra industria, artigianato e poesia

Se vi dico fabbrica in India, a cosa riuscite a pensare? Io, prima di visitare quelle di Jaquar, avrei risposto, nell’ordine:

  • artigianato
  • materiali/colori naturali
  • qualità e non quantità
  • strumenti tecnologici da aggiornare
  • prevalenza del lavoro manuale su quello automatico

Ora approfondiamo portando questa domanda – e le relative risposte – all’interno della fabbrica di rubinetti di Jaquar. Siamo a Manesar, città industriale del distretto di Gurgaon, nell’India settentrionale.

All’interno di una serie di capannoni nei quali il caldo – molto intenso fin dalle prime ore del giorno – si combatte con il turbinio di una serie di pale meccaniche ancorate al tetto, dei semplici blocchi di ottone grezzo si trasformano, grazie all’azione di mani esperte e macchinari sofisticati, in lucidissimi rubinetti cromati e in miscelatori dalle finiture più varie, a volte personalizzate in base a specifiche esigenze progettuali.

L’ottone è una lega di rame e zinco a cui vengono aggiunti altri metalli, in diverse percentuali, per rendere il materiale adatto agli specifici usi. A partire dai blocchi grezzi, l’ottone viene lavorato con stampi definiti a partire dalle caratteristiche dimensionali e formali stabilite in fase di progettazione.

In prima battuta quello che si ottiene è un insieme di elementi che, nonostante l’assenza della finitura superficiale definitiva, è già capace di suggerire il futuro assemblaggio in rubinetto.

design made in India tra industria, artigianato e poesia
design made in India tra industria, artigianato e poesia

L’ordine regna all’interno della fabbrica ed è organizzato in più livelli:

  • il primo è quello che vede la produzione organizzata in una sequenza di operazioni, individuabili spazialmente nella suddivisione delle diverse lavorazioni in specifiche aree della fabbrica. Ciascuna area è corredata non solo dai macchinari appositi, ma anche da una squadra di addetti istruiti per eseguire al meglio i propri compiti e coordinati da alcuni supervisori
  • il secondo è quello che vedete nell’immagine qui sopra: ogni elemento che andrà a comporre i pezzi finiti è conservato, per ciascuna fase di lavorazione, con una cura e un’attenzione quasi maniacali; mi viene da chiamarlo rispetto per il prodotto ed è un qualcosa che, molto spesso, vedo associato a realtà artigianali più che industriali
  • il terzo è quello che, gesto dopo gesto, viene impresso dalle mani degli operai al prodotto nelle sue varie fasi di lavorazione: la materia prima viene domata, prima dalla macchina e poi dall’uomo, ma gli ultimi passi – quelli prima dell’uscita dalla fabbrica – sono curati esclusivamente da quest’ultimo

Una curiosità: nella fabbrica di Jaquar c’è anche un po’ di made in Italy. Alcuni macchinari, infatti, sono stati sviluppati grazie all’importazione di tecnologie nostrane e costituiscono gran parte della quota meccanizzata, fortemente avanzata, della produzione delle rubinetterie di design.

design made in India tra industria, artigianato e poesia
design made in India tra industria, artigianato e poesia
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Tailwater di Danelon Meroni per Jaquar vince il Red Dot Award

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Good news in casa Jaquar!

Tailwater, il miscelatore disegnato dallo studio londinese Danelon Meroni per il brand Artize del gruppo Jaquar si è aggiudicato quest’anno un prestigioso premio internazionale: il Red Dot Award.

Il design, ispirato alla leggerezza delle forme naturali, a loro volta richiamate dalla fluidità delle architetture contemporanee (come non pensare a Zaha Hadid?), è stato premiato per l’alta qualità del prodotto e la grande forza innovativa sottesa al progetto.

design made in India | come nasce una vasca

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Gran parte della produzione di Jaquar è incentrata su prodotti destinati al wellness:

  • vasche idromassaggio
  • SPA
  • saune
  • cabine doccia
  • box doccia

Nello stabilimento produttivo situato nell’area industriale dominata dal nuovo headquarter dell’azienda, in forte espansione in questi ultimi anni, ho imparato come nasce qualcosa che molti di noi hanno nel bagno della propria casa: la vasca in acrilico.

Tutto parte da un sottile foglio di acrilico che l’azienda acquista da una fabbrica austriaca. A causa delle condizioni di umidità locali questo materiale non può essere infatti prodotto in India.

La sequenza delle lavorazioni per trasformare la materia nel prodotto finito è altamente automatizzata e inizia con l’inserimento del foglio di acrilico in uno stampo, di cui potete vedere il funzionamento nel video girato live in fabbrica a Manesar.

Il modello di ciascuna vasca viene realizzato in acciaio sulla base di un disegno tridimensionale, in modo da risultare indeformabile nel tempo e da resistere alle alte temperature impresse all’acrilico dallo stampo.

design made in India tra industria, artigianato e poesia
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La scocca della vasca appena stampata viene poi rinforzata per risultare rigida e resistente agli urti e alle deformazioni indotte dall’uso.

A questo scopo non viene utilizzata la tradizionale fibra di vetro, ma una resina poliuretanica ad alta densità (il Greensir®) prodotta, come il macchinario destinato ad applicarla, da un’azienda italiana: la Sirtek di Recoaro, in provincia di Vicenza.

Anche questa scelta produttiva operata da Jaquar può essere inquadrata in un più generale interesse per l‘ecosostenibilità e le tematiche ambientali del riciclo e della produzione attenta e consapevole.

Il sistema di rinforzo con resina, infatti, non ha scarti di lavorazione (tutto può essere riciclato reimmettendolo nel ciclo produttivo) e non sviluppa sostanze chimiche dannose per l’uomo o per l’ambiente sia in fase di produzione che di utilizzo.

design made in India tra industria, artigianato e poesia

Curiosità. Nelle vasche a idromassaggio sapete come si praticano i fori per la predisposizione delle bocchette?

Semplice! Per ogni modello esiste uno stampo che viene utilizzato come uno stencil. Viene infatti inserito all’interno della vasca e, con un trapano, vengono praticati sulla scocca i fori in corrispondenza di quelli presenti sul modello stesso.

Quando la struttura della vasca è pronta arriva il momento di accessoriarla con il sistema di tubi, pompe e valvole necessario a garantire il perfetto funzionamento dell’idromassaggio. Anche questo passaggio del processo produttivo viene realizzato con una tecnologia tutta made in Italy e vi assicuro che trovarla in India, così vicina, così lontana, è un’emozione davvero molto forte. 🙂

Jaquar goes green: l'Headquarter a Manesar

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Ok, le fabbriche mi piacciono, molto. Trovo che visitarle avvicini al prodotto in un modo molto più efficace rispetto a qualsiasi showroom, per quanto ben studiato e organizzato. Ma la vera sorpresa connessa a Jaquar è stata, senza ombra di dubbio, la scoperta del nuovo headquarter dell’azienda a Manesar.

Il progetto dello studio indiano GNA (Gayathri Shetty & Namith Varma) di Bangalore è stato ideato in stretta connessione con ispirazioni naturali. L’involucro dell’edificio richiama infatti l’assetto di una gigantesca aquila reale planata su uno sperone roccioso, mentre l’interno, articolato su più livelli per una superficie complessiva di più di 48.000 mq, mostra le icone dei cinque elementi: acqua, terra, fuoco, cielo e aria.

All’edificio è stato recentemente assegnato il certificato Leed Platinum, che riassume le sue caratteristiche di massimo risparmio energetico e di indipendenza e sostenibilità rispetto alla produzione di energia, di smaltimento dei rifiuti e di approvvigionamento di risorse per le diverse attività compiute all’interno.

L’area su cui insiste l’edificio sarà presto affiancata da nuovi stabilimenti industriali, nei quali verrà concentrata la produzione della rubinetteria a marchio Jaquar e Artize (il segmento lusso dell’azienda).

design made in India tra industria, artigianato e poesia
design made in India tra industria, artigianato e poesia
design made in India tra industria, artigianato e poesia
design made in India tra industria, artigianato e poesia
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qualche informazione su Jaquar

L’azienda, fondata nel 1960 da N.L. Mehra, prosegue ancora oggi con un’organizzazione direzionale di tipo familiare. Sotto il nome Jaquar è possibile radunare tre marchi studiati per soddisfare le esigenze di altrettanti tipi di utenti:

  • ESSCO, il range di prodotti da comunità (uffici, scuole, spazi pubblici) non commercializzato in Italia
  • Jaquar, il livello Premium, che corrisponde a un’offerta di prodotti di design perfetta per i clienti più esigenti
  • Artize, il segmento lusso al quale, ad esempio, appartiene il miscelatore Tailwater di cui abbiamo parlato prima

L’azienda concentra gran parte della sua produzione in India, dove conta ben 5 stabilimenti, e si avvale di un ulteriore quinto stabilimento con sede in Corea del Sud. Distribuisce in oltre 40 paesi in Europa, Asia, Medio Oriente e Africa, portando in ciascuno la sua filosofia green connessa, in particolare, alle tecnologie per la riduzione del consumo idrico, attestato intorno al 50% rispetto ai prodotti standard.