come nasce una placca elettrica e altre storie
come nasce una placca elettrica e altre storie

Nel tempo, insieme, abbiamo visto come nascono tante cose con cui abbiamo a che fare nella nostra vita di ogni giorno: piastrelle, soprattutto, ma anche radiatori e rubinetti. Se avete dubbi, con un’occhiata veloce alla sezione fabbrica del blog trovate tutto.

Alcuni giorni fa, però, ho visitato una fabbrica davvero speciale, di un tipo completamente nuovo per me: quella di Vimar, azienda che immagino già conosciate e il cui nome, fin dal 1945, è sinonimo di materiale elettrico per la casa e non solo. Scommetto che, nelle case che avete abitato, almeno una volta vi siete imbattuti in una placca elettrica Vimar (ed è facile che sia della serie Plana, ma di questo parliamo più avanti).

Gli stabilimenti, il polo logistico e lo showroom dell’azienda sorgono tutti nello stesso territorio, a pochi chilometri uno dall’altro e profondamente interconnessi, sia dal punto di vista filosofico che funzionale e gestionale.

Siamo a Marostica, la cittadina della partita a scacchi giocata con personaggi viventi. Qui Vimar, attraverso una serie di iniziative e precise scelte imprenditoriali, realizza una produzione che, approfondendo il concetto di made in Italy, arriva addirittura a un orgogliosissimo made in Marostica.

Un fatto concreto che racconta questa definizione territoriale è che gran parte dei dipendenti (che in totale si aggirano intorno ai 1.300, di cui 1.000 in Italia) abita nei dintorni dell’azienda e molto spesso succede che il lavoro, per tradizione e fiducia, passi di padre in figlio. Se non è chilometro zero questo.

un po’ di storia: capire il presente conoscendo il passato

come nasce una placca elettrica e altre storie
la serie Piave, una delle prime serie civili sviluppate da Vimar

Oggi Vimar è nota per due specifiche categorie di prodotti:

  • le serie civili, ovvero l’insieme di elementi – placche elettriche, prese e interruttori – che costituiscono la parte terminale, con valenza tecnologica ma anche e soprattutto estetica, degli impianti elettrici delle nostre case e, più in generale, degli spazi che comunemente frequentiamo nella vita di ogni giorno
  • i sistemi domotici per la gestione intelligente della casa e dei suoi impianti

> se avete studiato / state studiando architettura allo IUAV di Venezia (anche io mi sono laureata lì!) forse avete sentito parlare del concorso Progettare Domotico che, promosso proprio da Vimar, nel 2018 ha premiato quattro progetti sviluppati intorno al tema della nuova tecnologia applicata all’architettura.

Lo sviluppo delle tecnologie e dei progetti attuali ha solidi radici in un passato che vi racconto per tre piccoli passi principali e che prende il via in un giorno davvero speciale. Scopriamo insieme quale.

1945
il Primo Maggio, la Festa del Lavoro, Walter Viaro e Francesco Gusi fondano Vimar e danno il via alla produzione di elementi per gli impianti elettrici civili ottenuti per stampaggio di resina termoindurente
1968
Vimar mette a punto un importante dispositivo: l'otturatore Sicury che, inserito all'interno della presa, impedisce il contatto accidentale con le parti in tensione. Il brevetto viene ceduto a titolo gratuito e ben presto diventa dotazione standard di sicurezza
'80
l'azienda inizia a promuovere la qualità totale: il controllo del processo produttivo di ogni elemento dall'inizio (progetto) alla fine (consegna all'utente finale), passando per ognuna delle fasi necessarie a garantire l'elevata qualità del prodotto

Da questi tre nodi fondamentali della storia dell’azienda – per brevità li ho solo accennati; potete leggere qualcosa di più completo sul sito ufficiale – si capisce una cosa molto importante: alla base di ogni progetto/prodotto c’è una filosofia ben precisa che, a sua volta, racchiude dei valori fondamentali:

  • l’attenzione alle risorse umane, che trova riscontro in una serie di iniziative di tutela concrete: l’assistenza sanitaria gratuita per il personale, la promozione di soggiorni estivi e l’istituzione di borse di studio per i figli dei dipendenti; oltre a questo Vimar organizza periodicamente un open day e accoglie in azienda le famiglie del proprio personale, così da creare un’occasione di avvicinamento e conoscenza
  • il continuo investimento nella ricerca e nell’innovazione; a questo, ogni anno, viene destinato il 6% del fatturato e la bontà di questa scelta, finora, può essere misurata in 180 brevetti, 200.000.000 di pezzi venduti ogni anno, 12.000 articoli a catalogo distribuiti in ben 100 paesi attraverso la rete di 9 sedi estere
  • la cura del cliente e l’assistenza continua al professionista, dai primi passi del progetto fino all’installazione e alla manutenzione

fabbricare una placca elettrica con tecnologie ecosostenibili

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i pannelli fotovoltaici installati sulla copertura dello stabilimento di Vimar in viale Vicenza a Marostica (quello che ho visitato con Samuele!)

Dall’elenco dei valori fondamentali su cui si basa l’etica della produzione di Vimar ho tirato fuori quello che mi ha colpito di più, anche perché, in parte, riguarda quello che vi ho scritto qualche giorno fa a proposito dei rubinetti a risparmio idrico di antoniolupi: l’attenzione all’ambiente e alle sue risorse.

L’azienda, nel suo ciclo produttivo, si impegna quotidianamente a contenere l’impatto ambientale entro un limite minimo. Questo vuol dire, ad esempio, che:

  • nel processo di verniciatura, di ogni placca elettrica e di altri prodotti, vengono utilizzati solo prodotti a base acquosa o a reticolazione UV (quest’ultimo è un processo industriale che consente di applicare dei polimeri acrilici a una superficie con il solo ausilio di lampade UV, senza l’uso di solventi)
  • le finiture metalliche non vengono ottenute con i bagni galvanici (molto inquinanti!) ma con il sistema MSD, che deriva dall’industria automobilistica e ha a che fare con un processo fisico-magnetico e non chimico

Infine, se nell’immagine qui sopra vedete la distesa di pannelli fotovoltaici che copre il tetto della sede di viale Vicenza, sappiate che quello del nuovo polo logistico, già in parte attivo come magazzino e in apertura alla fine dell’anno, ha le stesse caratteristiche. Ancora una volta, è stato progettato per sfruttare al meglio le risorse naturali del territorio.

dalla placca elettrica ai sistemi domotici

lo showroom di Vimar a Marostica

Tutto quello che vi ho raccontato finora è il risultato del nero su bianco dei tanti appunti presi durante la visita allo showroom di Vimar.

Lo spazio espositivo, visitabile per i clienti e i professionisti su appuntamento, è organizzato in modo fluido e accoglie al suo interno una serie di espositori dedicati alle varie serie civili (la placca elettrica Eikon, nelle sue quattro versioni – Exé, Evo, Tactil e ChromeArké e Plana; quest’ultima, abbraccia una fascia di mercato molto ampia ed è per questo che, all’inizio, vi ho scritto che sono abbastanza sicura che la conosciate!).

Accanto a questi, c’è un vero e proprio appartamento domotico, articolato in quattro ambienti (ingresso, cucina, camera da letto e soggiorno) e dotato, per ciascuno, dei dispositivi e delle tecnologie studiati per svolgere specifiche funzioni: il sistema di videocitofonia in ingresso, ad esempio, come un utilissimo sistema per rilevare perdite d’acqua dagli elettrodomestici in cucina.

> questo è il primo di una serie di articoli in cui parleremo dell’azienda e dei suoi prodotti, quindi per ora non approfondisco e mi limito a lasciarvi a una piccola galleria di immagini 🙂

come nasce una placca elettrica e altre storie
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come funziona la produzione

Come è giusto che sia, mantengo alcuni segreti su quello che ho visto in fabbrica da Vimar 😉

La qualità dei prodotti di un’azienda va di pari passo con le tecnologie sviluppate per realizzarli ed è corretto che vengano preservate. Ho comunque scoperto alcune cose molto interessanti, ma considerate che ho iniziato la visita, accompagnata da Samuele, confessando la mia piena ignoranza in fatto di produzione di materiale elettrico. Pace, per una volta va bene così 🙂

come nasce una placca elettrica e altre storie
le parti di un interruttore della serie Plana di Vimar

come si realizzano le parti metalliche di un interruttore

come nasce una placca elettrica e altre storie

Le parti metalliche degli interruttori (quelle che, in pratica, lo fanno scattare da spento ad acceso e viceversa) vengono realizzate a partire da bobine di fettucce di ottone, tagliate a misura e sagomate nel reparto di tranciatura e piegatura.

La geometria a balestra di questi elementi facilita e rende sicuro lo scatto, impedendo i cosiddetti rimbalzi, che sono tra le maggiori cause di deterioramento degli interruttori.

Ciascuna parte metallica dell’interruttore, inoltre, viene sigillata agli estremi con una goccia d’argento per migliorare la conducibilità elettrica.

come si realizzano le parti in plastica di un interruttore

come nasce una placca elettrica e altre storie

Il corpo e la parte superiore di un interruttore, invece, vengono realizzati per stampaggio di materiale termoplastico inserito in presse a iniezione. La plastica, inizialmente, si presenta nella forma di granulo che vedete nell’immagine qui sopra. Prima di passare all’assemblaggio, ciascun elemento passa in una linea di laseratura.

Qui avviene l’incisione del logo Vimar (che nelle placche elettriche con maggiore valenza estetica minimale è riportato sul bordo laterale, invece che sul fronte; è il caso della serie Eikon Exé, ad esempio) e dei codici di prodotto, che garantiscono la sua tracciabilità dall’origine fino al consumatore finale e che, di per sé, sono il segno visibile di un controllo della qualità condotto pezzo per pezzo e non a campione.

Ultima nota sulla produzione. Vimar lavora secondo un processo che possiamo definire macchina a ciclo integrato: si parte dal semilavorato e si arriva al prodotto finito senza apporti dall’esterno. Tutto avviene sotto controllo automatizzato, seguendo una linea di realizzazione e montaggio completa, fino all’imballaggio e allo stoccaggio per la successiva distribuzione.

Anche questa è qualità, se si considera che molti macchinari presenti nello stabilimento sono stati sviluppati proprio su progetto dell’azienda.

Vimar: cosa ne pensa il progettista di impianti

Samuele, che cura la rubrica dedicata agli impianti qui sul blog, è venuto da Vimar insieme a me. Come forse sapete, progetta impianti e segue grandi cantieri; sentite un po’ cosa lo ha colpito di quello che abbiamo visto e imparato in azienda.

Samuele Federici, design outfit

Vimar, per un progettista di impianti, non è una scoperta, ma un’azienda di cui già si conosce e apprezza la qualità e che consente di portare a termine un cantiere potendo variare le scelte sulle finiture anche all’ultimo momento, rendendo in parte indipendente il progetto degli impianti dall’interior design.

Infatti tutte le serie civili utilizzano le medesime scatole da installare nelle pareti (cambiano solo le dimensioni a seconda del numero dei frutti da installare). Inoltre i sistemi touch screen di tutte le dimensioni – che gestiscono gli impianti elettrici, l’illuminazione e tanto altro – utilizzano i medesimi materiali da inserire nelle murature, consentendo la sostituzione degli apparecchi, anche nel tempo, sulla base di sopraggiunte necessità.

Una menzione speciale meritano i comandi e gli interruttori wireless, in radiofrequenza e senza batteria, con alimentazione ricavata da un generatore elettrodinamico azionato dalla pressione dei tasti. Tali comandi, completamente integrati con le serie civili prodotte, consentono ristrutturazioni anche senza lavori murari. Questi comandi sono installabili a parete ma anche, mediante un piccolo manufatto realizzato in qualunque materiale (legno, marmo, metallo ecc), su tavoli, mensole o altri elementi di arredo.

La mancanza di batterie, coi propri cicli di produzione e soprattutto smaltimento, evidenzia l’estrema l’attenzione dell’azienda anche nei confronti dell’ambiente.