Siamo a 2019 avanzato e ancora mi capita di sentire, in cantiere e negli showroom, cose del tipo:
Non mi fido a installare i sanitari sospesi, ho sentito che si rompono/cadono.
Manca solo che qualcuno diffonda la leggenda dell’improbabile inghiottimento di un incauto utente nel vortice del risciacquo del WC e poi il quadro è completo di ogni possibile suo tassello surreale.
Basta, davvero.
Ma dato che non mi fido fino in fondo e immagino che qualcuno di voi che sta leggendo possa appartenere al popolo degli scettici, eccomi qui con un articolo tutto tecnico, che spero possa finalmente fugare ogni vostro dubbio in fatto di sanitari sospesi.
Prima di tutto, dovete sapere una cosa. Da tempo il WC non è più considerato, in ambito normativo, un semplice elemento di chiusura e completamento dell’impianto idrico e di scarico della nostra casa. Esiste infatti una norma specifica, la UNI EN 997, che:
- è stata emanata in prima battuta nel 2001 (ben 18 anni fa!) ed è attualmente alla sua revisione 2018 (quindi attualissima!)
- detta caratteristiche funzionali, tecniche, tecnologiche e di sicurezza in fatto di Vasi indipendenti e vasi abbinati a cassetta, con sifone integrato e, in particolare, anche di vasi sospesi
- definisce i test che i sanitari devono superare per ottenere la marcatura CE (il simbolo che attesta che un prodotto, di qualsiasi tipo, possa essere immesso sul mercato europeo perché rispondente ad alcune caratteristiche)
Esiste quindi un riferimento normativo ben preciso che può rassicurarvi sul fatto che, se acquistate un sanitario sospeso con marcatura CE, questo non cade e non si rompe. Ovvio che a contare, in questa valutazione, è anche l’installazione a regola d’arte, ma un buon punto di partenza a favore, in quanto a sicurezza, esiste.
sanitari sospesi: quali test devono superare per ottenere la marcatura CE
Per rassicurarvi sulle qualità dei sanitari sospesi (e anche di quelli tradizionali, perché no) ho dalla mia dei partner in crime davvero speciali: lo staff tecnico di GSI Ceramica, azienda del distretto di Civita Castellana, di cui ho potuto visitare lo stabilimento produttivo alcune settimane fa, in compagnia delle mie amiche e colleghe Simona (BesideBathrooms), Carlotta (unprogetto), Elisabetta (MaisonLab) e Camilla (La tazzina blu).
La visita ha percorso tutte le tappe che, a partire dalla miscela grezza di ingredienti scelti per il supporto (il cuore del sanitario) e lo smalto (la sua finitura superficiale), portano al prodotto finito, imballato e immagazzinato in attesa di essere spedito in giro per il mondo, negli showroom o fino ai consumatori finali.
Parte essenziale del processo è, certamente, quella dedicata ai test e ai controlli di qualità dei prodotti prima che vengano immessi sul mercato. Vediamoli insieme.
test di carico statico
Il test di carico statico viene effettuato su lavabi e sanitari sospesi e dunque su tutti quegli elementi del bagno che non beneficiano, per la propria stabilità e sicurezza, dell’appoggio a pavimento.
Il test viene effettuato in un modo piuttosto semplice e intuitivo, cioè sollecitando il sanitario con un un carico di ben 400 kg, trasmesso attraverso l’azione di una barra orizzontale (quella che vedete in giallo e nero nella foto, scattata da Carlotta durante la visita allo stabilimento di GSI Ceramica).
Quando ho chiesto allo staff di GSI il carico indicativo a cui, solitamente, si verifica la rottura, mi è stato risposto più o meno 800 kg. Ora, ripensiamo insieme alla frase Non mi fido a installare i sanitari sospesi, ho sentito che si rompono/cadono. Vi sembra verosimile che un WC sospeso venga caricato con un peso che, anche lontanamente, possa avvicinarsi agli 800 kg? Vi aiuto io: NO.
Per ulteriore rassicurazione vi dico che la prova di carico statico viene eseguita simulando un ancoraggio del sanitario con staffe metalliche a un tramezzo in laterizi forati di soli 8 cm di spessore. Il risultato, quindi, è applicabile a ogni altro sistema murario che, per caratteristiche di resistenza, possa essere paragonato a questo.
test del vuoto
Per valutare bene l’importanza di questo test, eseguito secondo quanto disposto dalla norma UNI EN 997, dovete sapere che:
- un sanitario in ceramica viene sottoposto, per essere fabbricato, a un ciclo di lenta essiccazione e cottura che, a volte, può portare a risultati imperfetti, non rispondenti al prototipo approvato dall’azienda in fase di progettazione; questo perché il materiale è vivo e subisce in produzione un vero e proprio cambiamento di stato, da liquido a solido
- lo stesso sanitario è costituito da un supporto in ceramica e da uno smalto che, per vivere bene insieme, devono avere capacità di dilatazione termica analoghe e compatibili, tali da scongiurare il più possibile il rischio di rotture o fessurazioni, anche minime
Nel caso dei sanitari GSI, poi, c’è da tenere presente che ogni parte a contatto con l’acqua (quindi anche il sifone, ad esempio) viene smaltata, in modo da evitare il contatto della ceramica grezza, molto porosa, con l’acqua di scarico e da raggiungere quindi livelli ottimali di igiene e protezione dai cattivi odori (per il processo di smaltatura, vedi il video sotto).
Tutta questa premessa mi occorre per spiegare per bene il test del vuoto, che funziona così:
- il vaso viene collocato su un piano e tutte le sue aperture vengono chiuse con dei tappi ermetici in gomma
- l’aria presente all’interno del sanitario viene aspirata tramite una pompa collegata a un misuratore di pressione, creando il vuoto
Se, al termine dell’aspirazione, la pressione si mantiene costante, vuol dire che il sanitario non ha perdite (nessuna fessura e/o imperfezione) e che quindi ha passato il test del vuoto a pieni voti!
test di scarico per i WC
Questo test, quando l’ho visto eseguire da GSI Ceramica, mi ha definitivamente dissipato un dubbio che, in effetti, aveva una base un po’ più solida rispetto alla leggenda metropolitana dei sanitari sospesi che si rompono misteriosamente.
Siamo nel campo dei WC senza brida, ossia privi di quell’odioso risvolto/ripiegamento del bordo in ceramica, capace di catturare lo sporco senza lasciarlo più (a niente vale il beccuccio a collo d’anatra, sapevatelo).
Sul blog, sempre in collaborazione con GSI, ve ne ho parlato mostrandovi i golosi pastello della collezione Color Elements.
Ma se la brida non c’è – mi direte – come funziona lo scarico del WC?
Per i sanitari GSI funziona con l’innovativo sistema Swirlflush® che, in pratica, genera una sorta di vortice a partire da una bocca collocata lateralmente.
Penso sia meglio mostrarvi tutto con un video; a parole non è abbastanza chiaro.
Ora, magari, potreste avere il dubbio che questo sistema di scarico non sia potente ed efficace come quello tradizionale che avete in casa. A fugarlo interviene, come al solito, quanto prescritto dalla norma UNI EN 997, che prevede che sui sanitari venga eseguito anche un test di scarico.
Funziona così:
- sul WC da testare viene installata un cassetta di scarico con capacità fino a 6 litri (può essere una cassetta in acciaio inox teorica o una vera cassetta di scarico – Geberit, ad esempio)
- all’interno del WC vengono inserite 50 biglie (quelle verdi nelle foto), dimensionate, in peso e diametro, per simulare un carico ordinario del sanitario da risciacquare
- lo scarico viene azionato e, al termine del risciacquo, vengono contate le biglie che ancora restano nel WC (nessuna, quando ho visto eseguire la prova da GSI)
E inoltre, dato che attraverso il confronto non si può che imparare, da GSI testano anche vasi di aziende concorrenti, verificando, come per i propri, l’assenza di schizzi al momento dello scarico. Quest’ultima prova si fa in un modo molto semplice, appoggiando intorno al sanitario un cartone sagomato e verificando che, dopo il risciacquo, non sia bagnata.
Può sembrarvi strano, ma non avete idea di quanta acqua possa uscire da un WC se il suo design, oltre che bello, non è anche funzionale e attento alle specifiche necessità di igiene e pulizia previste dalle norme e richieste dagli utenti.
lavabi e sanitari sospesi: Kube X, la nuova collezione di GSI Ceramica
Ok Nora, tutte interessanti queste cose che ci hai raccontato sui sanitari sospesi. Ma quando ci fai vedere qualcosa di bello?
Eccomi.
Siamo davanti a una casa ideale, con una finestra ideale, con una luce ideale. Dentro intravediamo i sanitari per il mio prossimo bagno 😀
Si chiamano Kube X, sono di GSI Ceramica, e combinano forme lineari, epurate da ogni elemento superfluo, con le più avanzate tecnologie sviluppate dall’azienda di Civita Castellana:
- lo smalto Extraglaze®, ancora meno poroso di quello tradizionale, facilissimo da pulire (perché non lascia che lo sporco si depositi sulla superficie) ed estremamente brillante
- il sistema di scarico Save Water, che garantisce un risciacquo perfetto con soli 4,5 litri d’acqua (i risultati del test di scarico che vi ho raccontato prima prefiguravano già una possibilità di risparmio idrico, vero?)
- il risciacquo con il vortice Swirlflush® di cui abbiamo parlato prima
e, udite udite:
- la possibilità di estrarre in un attimo il copri – water grazie al sistema Quick Release (e qui le desperate housewives fanno gridolini di gioia)
In collezione troviamo diverse tipologie di lavabo, tutte caratterizzate da un bordo molto sottile, e la coppia di vaso + bidet sia nella versione sospesa che da terra.
Le varianti di colore, sviluppate nel laboratorio di GSI in base a ricerche sulle tendenze e sulle possibilità di abbinamento con le più attuali proposte per i pavimenti e i rivestimenti del bagno, sono bianco, bianco matte e cenere.