Stringiamoci forte, il momento lo richiede: le ferie sono finite. E il traffico, le riunioni del lunedì, la depressione da rientro ci hanno accolto a braccia aperte.

Un incubo chiamato realtà. Ma ecco, nel momento del bisogno Roma non ci abbandona e con la mente ci proietta in un mondo di inganni e illusioni.

Siete pronti? Iniziamo il nostro percorso terapeutico.

le origini dell’illusione ottica in architettura, con la nascita della tecnica dell’anamorfosi

illusione ottica in architettura: anamorfosi e quadratura a Roma

Melozzo da Forlì, cupola della sagrestia di San Marco, Loreto

L’ingegno e il disegno sono l’arte magica attraverso cui si arriva a ingannare la vista in modo da stupire.

Gian Lorenzo Bernini

Tutto ha inizio nel Quattrocento con la tecnica del sotto in su. Questo accorgimento pittorico si avvale di finte architetture che svaniscono in uno sfondo naturalistico e ci offrono l’illusione ottica di una profondità prospettica inesistente.

I repentini progressi diventano un elemento tecnico che l’arte piega alle proprie esigenze e gli artisti danno vita a composizioni sempre più elaborate, monumentali, che incantano ed emozionano l’osservatore. Un gioco di inganni e illusioni che trova espressione nella tecnica dell’anamorfosi.

AnamoCHE? Andiamo per gradi.

tra anamorfosi e illusionismo: il convento di Trinità dei Monti

Il termine anamorfosi viene dal greco anamórphosis, ricostruzione della forma, e indica un particolare effetto di illusione ottica per cui l’immagine distorta diventa riconoscibile solo da una precisa posizione.

Per capire di cosa stiamo parlando è sufficiente percorrere le scalinate di piazza di Spagna e visitare il convento di Trinità dei Monti. Proprio qui, al primo piano, sono presenti due splendidi esempi realizzati nella prima metà del Seicento da Emmanuel Maignan e Jean Francois Niceron, pittori – scienziati dell’ordine dei Padri Minimi.

[…] nei primi decenni del ’600 sia Cartesio sia i teologi che si occupavano di prospettiva avevano individuato nella vista il “senso supremo”, quello che permette di discernere falsità e verità.

Agostino De Rosa

l’anamorfosi di Maignan

illusione ottica in architettura: anamorfosi e quadratura a Roma

anamorfosi di Maignan al convento di Trinità dei Monti

L’anamorfosi di Maignan al convento di Trinità dei Monti si estende per circa sei metri e rappresenta un tortuoso paesaggio marino solcato da una piccola imbarcazione; a largo troviamo San Francesco da Paola e un confratello durante il transito dalle coste calabresi a quelle siciliane.

Dettagli semplici e minuti, nascosti in una scena ben più vasta. Guardando la pittura di scorcio si delinea l’immensa figura di san Francesco raccolto in preghiera tra rami d’ulivo. E visto che possiamo osservare l’immagine del Santo da entrambi i lati, abbiamo a che fare con un’opera palindroma.

illusione ottica in architettura: anamorfosi e quadratura a Roma

anamorfosi di Maignan al convento di Trinità dei Monti | il paesaggio marino

illusione ottica in architettura: anamorfosi e quadratura a Roma

anamorfosi di Maignan al convento di Trinità dei Monti | san Francesco in preghiera

l’anamorfosi di Niceron

illusione ottica in architettura: anamorfosi e quadratura a Roma

anamorfosi di Niceron al convento di Trinità dei Monti

La seconda anamorfosi, nascosta sotto strati di intonaco e vernice, è tornata alla luce con i restauri condotti nel 2009 nel convento di Trinità dei Monti. Presenta molte lacune e un cromatismo più accentuato rispetto all’opera di Maignan.

L’immensa figura di san Giovanni Evangelista, concentrato nella stesura dell’Apocalisse, ha un’estensione di circa venti metri e occupa interamente la lunghezza del corridoio.

Se osserviamo frontalmente la parete riconosciamo un paesaggio marino, probabilmente l’isola di Patmos, dove l’apostolo trascorse il suo esilio. Una civetta, simbolo di sapienza, scruta in disparte il grande scenario mentre un cartiglio intrecciato ci ricorda che qui citra dolum fallimur, siamo ingannati senza malizia.

N.B. Le anamorfosi del convento sono davvero difficili da fotografare! Vi consigliamo di andare a vederle con i vostri occhi perché solo così potrà esservi chiaro il loro trucco!

una curiosità sull’illusione ottica dell’anamorfosi

L’anamorfismo è un espediente affascinante ma non è relegato tra le pareti del passato. Tutt’altro. Questa tecnica viene utilizzata ancora oggi, soprattutto nel mercato pubblicitario sportivo. Avete presente i pannelli promozionali a bordo campo? Proprio loro, non sono altro che anamorfosi del XXI secolo!

Andrea del Pozzo e il refettorio del convento di Trinità dei Monti

Non c’è malizia in questi inganni, diceva bene Maignan, ma il convento ne custodisce ancora molti.

Scendiamo al piano terra e andiamo ad ammirare il più bel refettorio di Roma dipinto da Andrea del Pozzo, frate, architetto e colto teorico della prospettiva. Per l’occasione sceglie di rappresentare le Nozze di Cana, un must per i refettori monacali.

un palazzo dalle cento colonne in trompe l’oleil

illusione ottica in architettura: anamorfosi e quadratura a Roma

Andrea del Pozzo, le Nozze di Cana in trompe l’oleil nel refettorio del convento di Trinità dei Monti (dettaglio)

Utilizzando una straordinaria decorazione in trompe l’oeil, (letteralmente l’inganno dell’occhio) in tre giorni riesce a creare un palazzo dalle cento colonne, ricchissimo di sfondature. L’effetto di profondità corre lungo le pareti, in una sarabanda di musici, servitori e personaggi che si sporgono oltre l’immagine e coinvolgono l’osservatore in prima persona.

illusione ottica in architettura: anamorfosi e quadratura a Roma

Tutto molto bello. Ma se pensate che frate Pozzo abbia dato il meglio di sé, non avete visto nulla. O meglio, non avete visto la Chiesa di Sant’Ignazio di Loyola in Campo Marzio.

illusione ottica in affresco: Andrea del Pozzo a Sant’Ignazio

illusione ottica in architettura: anamorfosi e quadratura a Roma

la chiesa di Sant’Ignazio affrescata da Andrea del Pozzo

Appena varcata la soglia del sagrato, le geometrie dei marmi ci guidano verso un cerchio al centro della navata. Da questo preciso punto possiamo ammirare un immenso affresco, la Gloria di Sant’Ignazio.

Tramite l’effetto di sfondamento o quadratura del soffitto, Andrea del Pozzo offre agli occhi dello spettatore l’illusione prospettica di una seconda chiesa tridimensionale che poggia direttamente su quella reale.  Una composizione ardita dove l’architettura dipinta si fonde con quella reale, ne continua le linee e incornicia la figura del Santo legando lo spazio terreno dei fedeli con quello illusorio del divino.

una finta cupola per risolvere un problema di budget

Ora spostiamoci verso l’altare maggiore, cerchiamo un secondo punto sul pavimento. Da qui alziamo gli occhi al cielo e ammiriamo la cupola che svetta imponente con i suoi 17 metri di diametro.

A ben guardare c’è qualcosa di strano… la cupola è finta! Il soffitto è piatto e al di sopra è stato applicato un dipinto prospettico su tela. Provate a spostarvi, la cupola avrà tutt’altra prospettiva e perderà completamente di significato. Perché ricorrere ad un espediente così ingegnoso? Semplice: mancavano i fondi per costruire una cupola vera.

Il risultato è sbalorditivo, ma non è finita qui. Resta ancora un ultimo inganno nella calotta dell’abside. Andrea del Pozzo mette in atto un ultimo virtuosismo prospettico realizzando una finta architettura con quattro colonne dritte in una superficie concava.

Per quanto geniale, gli accorgimenti prospettici, le composizioni, gli effetti ottici ricercati non sono tutta farina del suo sacco. Frate Pozzo trova un precedente eccezionale a cui ispirarsi, un’opera imponente in un luogo d’eccezione.

a Palazzo Barberini, il Trionfo della Divina Provvidenza

illusione ottica in architettura: anamorfosi e quadratura a Roma

Pietro da Cortona a Palazzo Barberini, il Trionfo della Divina Provvidenza

Il luogo in questione è il salone di Palazzo Barberini dove Pietro da Cortona dipinge nel 1639 il Trionfo della Divina Provvidenza, capolavoro di illusione ottica.

L’artista organizza la volta in cinque settori, dividendo lo spazio con finte cornici in stucco e figure di tritone. L’eccesso della rappresentazione rende impossibile cogliere tutto attraverso un solo colpo d’occhio.

La visione si riduce al passaggio da un punto di vista all’altro, con una sensazione di vertigine e stordimento. Qui le figure non restano confinate nelle finte cornici dei quadri riportati: la pittura sembra straripare dal telaio architettonico e fa dell’affresco un modello ineludibile per la grande decorazione barocca.

Dite la verità: essere ingannati non è mai stato così bello!

dove come quando

il convento di Trinità dei Monti

  • il convento si trova in piazza della Trinità dei Monti 3
  • è visitabile, previa prenotazione, il secondo e il quarto mercoledì del mese alle 17 e il sabato mattina dalle 9 alle 11
  • il biglietto costa 12 euro
  • per maggiori informazioni è possibile consultare il sito trinitadeimonti.net/it/chiesa/visite/

la chiesa di Sant’Ignazio di Loyola

  • la chiesa si trova in via del Caravita 8/A
  • è visitabile dal lunedì al sabato dalle 7.30 alle 19 (ultimo ingresso alle 18.50) e la domenica e i giorni festivi dalle 9 alle 19 (ultimo ingresso alle 18.50)
  • per maggiori informazioni è possibile consultare il sito santignazio.gesuiti.it

Palazzo Barberini

  • il palazzo è in via delle Quattro Fontane 13
  • è visitabile dal martedì alla domenica delle 8.30 alle 19
  • per maggiori informazioni è possibile consultare il sito barberinicorsini.org