una (buona) scusa per andare in farmacia
Mezza Roma ha il raffreddore e lo spettro dell’influenza si aggira minaccioso sui nostri cenoni. Quale migliore occasione per andare in farmacia? Lo so, detta così non sembra una proposta allettante, ma se fosse la più antica farmacia d’Europa? Facciamoci un regalo e visitiamo insieme la Spezieria di Santa Maria della Scala.
Visitare per semplice diletto degli occhi, Santa Maria della Scala, significa tuffarsi con godimento in pieno secolo XVIII.
Luigi Huetter
L’antica Spezieria si trova al primo piano del Convento dei Carmelitani Scalzi, annesso alla Chiesa di Santa Maria della Scala. È la prima farmacia in città ad aprire le porte ai romani. E che romani: gente del popolo, principi, ambasciatori, cardinali, gli stessi medici papali compravano qui i medicamenti curativi. La fama della farmacia dei papi crebbe così tanto da ottenere l’esonero fiscale di Gregorio XVI.
In solo un colpo i frati carmelitani avevano strappato alla Natura i segreti della medicina, ottenendo il miracolo delle tasse.
Chapeau.
una visita all'antica Spezieria di Santa Maria della Scala a Trastevere
una cartolina dal passato: la sala vendita
Costruita per rispondere alle necessità dei confratelli, l’antica Spezieria forniva medicinali prodotti con le spezie coltivate nell’orto del convento. I suoi locali hanno aperto i battenti nel 1640 e fino agli anni ’50 del secolo scorso hanno distribuito medicinali a prezzi accessibili.
Qui era possibile trovare preparati per le malattie più disparate, dall’alitosi ai dolori reumatici, passando per allergie e palpitazioni. Possiamo considerare alcuni di questi trattamenti l’equivalente della nostra medicina omeopatica.
Nel 1958 la farmacia venne trasferita al pian terreno, nell’area del chiostro modificato ad hoc. Eppure gli erbari, lo stampo per le ricette e i rimedi sono ancora lì, nei locali dell’antica Spezieria, disposti come se nulla fosse cambiato.
Per entrare non dobbiamo far altro che salire una rampa di scale: ad accoglierci l’elegante ingresso della sala vendita.
Varcata la soglia il colpo d’occhio è sorprendente! Il bellissimo soffitto affrescato reca lo stemma dei Carmelitani con il monte Carmelo e la croce in evidenza, mentre intorno gira un tendaggio dorato trompe l’oeil circondato da festoni floreali. Sulla parete di destra ci appare un ritratto di Santa Teresa d’Avila, riformatrice dell’Ordine, opera di Fra Giovanni della Miseria.
L’arredamento si presenta in tutto il suo splendore settecentesco.
Ginepro, liquirizia, cardamomo, arnica, valeriana: sono alcuni degli estratti disposti sulle scaffalature e nelle vetrine. Alle estremità del severo bancone troviamo due eleganti bilance, una sostenuta da un baldacchino in pietra e ceramica, l’altra adattata ad arco trionfale.
Riusciamo a vedere anche il vaso delle sanguisughe con cui i frati salassavano i poveri confratelli almeno cinque volte l’anno. Il salasso era visto come una panacea per tutti i mali perché drenando il sangue dal corpo si combatteva l’infiammazione che causava le malattie. Fa male solo a pensarci.
In fondo alla sala, veniamo attratti da una vetrina illuminata che espone vasi di Murano come fossero reliquie di una chiesa, affiancata dalla credenza dei veleni.
Tra i cimeli più importanti scoviamo il grande vaso della theriaca a sinistra dell’entrata. Il medicamento messo a punto da Andromaco il Vecchio, medico di Nerone, era composto da carne essiccata di vipera, oppio e sostanze diverse che variavano a seconda del disturbo che si doveva curare.
La teriaca (dal greco θηριακή/thēriakḗ antidoto – amici del classico grazie!) nasce come rimedio contro i veleni ma veniva usata praticamente per tutto, dalla malaria ai dolori mestruali, dall’epilessia al morbillo.
I medici hanno prescritto il medicamento per diciotto secoli ma i costi elevati non lo rendevano accessibile a tutti. Gli indigenti avevano solo due opzioni: ricorrere al contrabbando o acquistare una variante più economica ottenuta dalla spremitura di bacche di ginepro.
il Trattato delli semplici, Fra’ Basilio e l’arte di insegnare la Natura
Non meno importante è il Trattato delli semplici, un rarissimo erbario del Settecento finemente rilegato. Tra le pagine conserva gli esemplari essiccati delle piante e la descrizione delle proprietà benefiche.
Nel frontespizio leggiamo: Herbie non verbi medicorum est pellet e morbos (con le erbe, non con le parole dei medici, si scacciano le malattie). Un vero inno all’erboristeria.
L’erbario viene attribuito a Fra’ Basilio della Concezione, lo speziale più famoso del convento. Il frate farmacista fece della Spezieria un luogo di studio e di apprendimento per la compilazione degli erbari, la catalogazione dei farmaci e, non da poco, l’esposizione dei prodotti.
Proprio a lui, ritratto a insegnare sulla porta d’ingresso, si deve l’invenzione dei medicamenti più gettonati: l’acqua di melissa, un estratto di droghe contro l’isterismo, e l’acqua antipestilenziale per la peste bubbonica.
il retrobottega e il laboratorio galenico
In fondo al bancone troviamo l’entrata del retrobottega ottocentesco, una sorta di studiolo. Qui i frati si consultavano con i medici che, visitati i pazienti, scrivevano le loro ricette a base di droghe vegetali. Gli speziali leggevano i testi, consultavano gli erbari, ricevevano i viperai e il mignattaro per la fornitura di vipere e sanguisughe. Inoltre, una porta secondaria nella saletta consentiva l’ingresso a nobili e prelati, lontano da occhi indiscreti.
Una vetrina conserva ciò che resta dell’antica biblioteca del convento.
Una piccola curiosità: i volumi di Santa Maria della Scala, insieme a quelli delle altre biblioteche conventuali, vennero confiscati negli anni successivi all’unificazione italiana per costituire il primo nucleo della Biblioteca Nazionale di Castro Pretorio.
Sulle ante del lungo armadio sono dipinti i medici dell’antichità, mentre all’interno troviamo i visitatori di casa Savoia: Vittorio Emanuele I con la moglie Maria Teresa d’Austria, la duchessa Elena d’Aosta, Umberto II e la bellissima principessa Maria Josè.
L’armadio ospita le foglie essiccate delle piante medicinali (riposte nei cassetti di legno di sandalo per resistere ai tarli), corna di cervo da grattugiare e ingerite contro l’impotenza e cristalli di allume lavorati a forma di croce, obelisco, piramide. Sugli scuri della finestra riconosciamo la sagoma inconfondibile della foglia di marijuana, coltivata dai frati e utilizzata in moltissime preparazioni.
Di fronte allo studiolo troviamo il laboratorio che i frati usavano per preparare i loro rimedi. Un tempo la preparazione delle medicine era considerata non solo una scienza ma anche un’arte: occorreva una conoscenza approfondita dei semplici (vegetali, minerali ed animali) a cui seguiva la raccolta, la conservazione, l’estrazione dei principi attivi e la preparazione dei medicamenti composti secondo le prescrizioni del medico.
al passo con i tempi: i nuovi principi attivi e il nuovo laboratorio
Nell’Ottocento il farmacista deve affrontare una rivoluzione culturale e tecnica: i principi attivi delle droghe, isolati per via chimica, sostituiscono le droghe vegetali e le sostanze naturali. Un vero e proprio cambio della guardia.
Il medico inizia a prescrivere nuove preparazioni e i frati della Scala, per sostenere l’aumento vertiginoso delle attività, attrezzarono un nuovo laboratorio nel piano superiore dell’edificio che ospitava già un liquorificio.
In questi ambienti possiamo trovare la pressa, un torchio, un essiccatoio e vari recipienti. Protetti con cura, non mancano il microscopio d’ottone lavorato a mano, un bilancino di precisione, pipette per le analisi e reperti di archeologia industriale (confesso: ho un debole per la macchina delle pillole). La sala laboratorio veniva utilizzata anche per le punizioni: il frate che sbagliava la ricetta veniva punito qui, con il silenzio, e restava in isolamento per riflettere sul suo errore.
Nel ricco patrimonio storico-artistico di Roma, l’antica Spezieria di Santa Maria della Scala conquista all’istante. Preziosa nella sua semplicità, ci regala un angolo di mondo passato, volto a scoprire la quotidianità di una città e dei suoi abitanti. Qui vita antica e moderna vivono e convivono tra segreti mai svelati. Non è forse questa la grande magia di Roma?
dove come quando
- la Spezieria di Santa Maria della Scala si trova a Roma in piazza della Scala 23
- è possibile visitare la Spezieria inviando una e-mail a smariadellascala@gmail.com
- nella Spezieria non è possibile fare fotografie, neanche con lo smartphone. A richiesta viene fatta qualche eccezione, quindi il consiglio è di chiedere. Il massimo che può succedere è che vi venga risposto di no. A Nora è stato risposto di sì, e quindi alcune delle foto inserite in questo articolo sono sue 🙂