
una collezione di scultura antica comparata: il Museo Barracco
Nel cuore di Roma, tra i banchi di frutta a Campo de’ Fiori e i flash di piazza Navona, c’è un’oasi di pace immersa nel traffico. Una sosta trascurata, spesso ignorata, in cui inciampare per caso: è il Museo di Scultura Antica Barracco.
Probabilmente il nome non vi dirà molto. Eppure questo piccolo gioiello rinascimentale ospita una preziosa collezione di opere antiche, raccolte con passione e devozione dal senatore Giovanni Barracco. Una selezione accurata di un collezionista assennato, che ha fatto del suo amore per l’arte un omaggio alla città.
E allora conosciamo il nostro benefattore.
Giovanni Barracco: barone, senatore, mecenate

ritratto di Giovanni Barracco
Aristocratico politico intellettuale: Giovanni Barracco è figlio del suo tempo.
Nasce a Capo Rizzuto nel 1829 da una nobile famiglia latifondista. Deputato e poi senatore, siede tra gli scranni della Destra per mezzo secolo. La sua formazione classica e l’amicizia con il direttore degli scavi di Pompei, Giuseppe Fiorelli, lo iniziano al mondo dell’antiquariato. Barracco sviluppa un interesse particolare per la scultura: la sua collezione cresce rapidamente, tanto da comprendere opere d’arte assira, cipriota, greca, etrusca e romana, altorilievi palmirensi e opere medievali.
Profittando delle circostanze favorevoli ho potuto formare un piccolo museo di scultura antica comparata. A parte certe lacune, che spero di sanare presto, le scuole più importanti dell’antichità si trovano rappresentate convenientemente.
Una raccolta di tutto rispetto, tre le più prestigiose dell’epoca.
Ma ecco, il colpo di scena.
cercasi casa disperatamente
la collezione Barracco al Museo di Scultura Antica

il Museo di Scultura Antica di Gaetano Koch in corso Vittorio Emanuele II | fotografia d’epoca
Nel 1902, Barracco decide di donare la sua collezione al Comune di Roma che, in cambio, gli offre un terreno edificabile in corso Vittorio Emanuele II. L’architetto del momento, Gaetano Koch, si occupa della costruzione del nuovo Museo di Scultura Antica, un piccolo edificio neoclassico, vestito da tempietto ionico.
Molte sculture vengono adagiate su basi girevoli per essere osservate da ogni angolazione; le grandi vetrate e la luce di Roma facevano il resto. L’edificio diventa il primo museo italiano dotato di impianto di riscaldamento. Ma non è un caso: tutto è pensato per rendere piacevole la visita alla collezione.
Purtroppo nel 1938 la Storia ha la meglio: il programma urbanistico di Mussolini decreta la condanna a morte dell’edificio, che viene abbattuto senza possibilità di appello. La collezione viene trasferita nell’Osteria dell’Orso e poi nei magazzini dei Musei Capitolini.
il Museo Barracco trova casa nel Palazzo della Farnesina ai Baullari
Finalmente nel 1948 il Museo trova casa nel Palazzo della Farnesina ai Baullari, l’elegante edificio cinquecentesco costruito per il prelato bretone Thomas le Roy. Alcuni studiosi attribuiscono il progetto ad Antonio da Sangallo il Giovane, altri a Jean de Chenevières, architetto della Chiesa di San Luigi dei Francesi.
Un contenitore affascinante e un nome altisonante che andiamo a decifrare:
- la Farnesina, nasce dal rimando (errato) ai Farnese, per i gigli che decorano gli interni e il marcapiano
- Baullari, più semplicemente, dalle botteghe di bauli presenti nella zona
Stavolta il restauro dell’edificio si deve ad Enrico Guj che, tra il 1886 e il 1900, aggiunge una facciata su Corso Vittorio e una scalinata davanti all’ingresso. Grazie a questi lavori vengono alla luce i resti di una casa romana del III-IV secolo d.C. e un ciclo di affreschi, poi staccato e collocato al piano terra del Museo.
il Museo Barracco e la sua collezione
La palazzina a due piani si presenta con forme e proporzioni eleganti, tipiche del Rinascimento fiorentino. La leggiadria è la sua cifra stilistica. Ce ne accorgiamo subito quando, varcata la porta d’ingresso, ci accoglie un cortile a tre ordini e un torso su piedistallo, copia romana dell’originale greco Apollo seduto su roccia.
Superata la Biblioteca Barracco, la Biblioteca Pollak e la Sala dei Calchi, un arco prospettico inquadra lo scalone d’onore e ci permette di accedere ai piani superiori.
L’esposizione si articola in 9 sale e accoglie 400 opere in base alla civiltà di appartenenza.
Già dal primo primo piano possiamo ammirare l’architettura del palazzo e le decorazioni pittoriche nelle volte.

l’arte egizia al Museo Barracco: la clessidra di Tolomeo Filadelfo
Grande spazio viene dato all’arte egizia, rappresentata da notevoli frammenti di scultura funeraria, soprattutto delle prime dinastie. Le opere provengono dal mercato internazionale e dagli scavi di fine Ottocento, come la clessidra di Tolomeo Filadelfo ritrovata nel Serapeo Campense di Roma.
La cultura della Mesopotamia trova espressione nei bassorilievi della civiltà assira, con scene di guerra e caccia provenienti dai palazzi reali di Ninive, Nimrud e Khorsabad. Ad arricchire la collezione anche chiodi di fondazione, tracce di iscrizioni cuneiformi e statuette femminili.
La sezione di arte cipriota, elemento di mediazione tra il mondo orientale e quello greco, è composta da numerosi oggetti: degni di nota, la testa della divinità Herakles-Melquardt, le statuette di suonatori e il piccolo carretto da parata rinvenuto in una tomba.
Nel quadro delle civiltà rappresentate non poteva mancare un riferimento all’arte etrusca, seppure rappresentata da pochi esemplari, come il cippo funerario e le teste femminili. Le opere esposte provengono dal centro Italia, dove si sviluppa un linguaggio forte e definito.
L’accesso al secondo piano ci permette di ammirare l’architettura degli interni, le imponenti colonne, le maioliche del pavimento, gli affreschi del soffitto.
Non da meno, possiamo osservare la sezione dedicata all’arte greca e alle copie romane. Nel museo sono presenti numerose copie delle opere di Mirone, Fidia, Policleto, Lisippo e originali greci, come arredi funebri e sculture votive.
Proprio l’arte ellenistica ci accompagna verso l’arte romana, espressa con alcuni ritratti, una grande testa di Marte, un giovane della famiglia giulio – claudia e due stele funerarie provenienti da Palmira.
Concludono il percorso due formelle dal duomo di Sorrento con anatre e cavalli alati, e un frammento del mosaico absidale dell’antica Basilica di S. Pietro, con l’effige in pasta vitrea dell’Ecclesia Romana.
È qui che la mia collezione si ferma, a diverse migliaia di anni dal suo punto di partenza.
La collezione non è imponente, ma i pezzi esposti sono un unicum nel panorama museale capitolino. E l’ingresso è totalmente gratuito, accessibile a tutti. Eppure le sue sale sono vuote, evitate dai turisti e ignorate dai romani.
La buona notizia? Possiamo invertire la rotta, entrare nel museo e passeggiare nella storia. Perché trovarsi qui significa questo: fermare il tempo e respirare un passato lungo quattromila anni.
Non male, per essere il sogno di un politico.
dove come quando
- il Museo Barracco si trova a Roma in Corso Vittorio Emanuele II 168
- è possibile visitare la collezione nei seguenti orari:
- da giugno a settembre: dalle 13 alle 19 (l’ingresso è consentito fino alle 18.30)
- da ottobre a maggio: dalle 10 alle 16 (l’ingresso è consentito fino alle 15.30)
- l’accesso al museo è totalmente gratuito
- per maggiori informazioni è possibile consultare il sito museobarracco.it