Villa Medici a Roma: un rifugio per gli artisti

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Villa Medici a Roma: un rifugio per gli artisti
Villa Medici a Roma: un rifugio per gli artisti

Lo sapevate?

Una legge non scritta vieta agli edifici romani di svettare più in alto della Basilica di San Pietro.

Ma qualcuno, anzi qualcosa ha osato sfidare le leggi di Roma: Villa Medici al Pincio.

dagli Horti all’Académie: storia di una villa

Villa Medici a Roma: un rifugio per gli artisti
Ferdinando de’ Medici ritratto da Scipione Pulzone (1590)

La villa sorge nel punto più alto della città, non lontano da Piazza di Spagna, dove il generale Lucio Lucullo aveva creato i suoi giardini, gli Horti Luculliani.

Alla caduta dell’Impero la villa fu abbandonata al suo destino. Il terreno venne acquistato molti anni dopo dal cardinale Giovanni Ricci da Montepulciano insieme alla Casina Crescenzi, una vigna e alcune antiche vestigia. I lavori di ampliamento promossi dal cardinale portarono alla costruzione di un palazzo residenziale che integrava le preesistenze e stravolgeva la natura isolata del luogo.

A fare la differenza, però, è un altro proprietario, il cardinale Ferdinando de’ Medici che nel 1576 incarica l’architetto di famiglia Bartolomeo Ammannati di trasformare la residenza in un complesso monumentale. Per farlo non esitò a interrare le rovine del Tempio della Fortuna: la villa aveva bisogno di un belvedere dignitoso da cui ammirare la città.

Intorno al 1730 la proprietà passò ai Lorena. A quel punto i Medici trasferirono tutta la collezione di statue antiche nel giardino di Boboli. La villa perse i suoi tesori e ben presto tutto il suo prestigio.

Dopo anni di abbandono e noncuranza, l’intero complesso venne acquistato dallo Stato francese: nel 1803 Napoleone Bonaparte vi trasferì l’Académie de France. L’istituzione era stata creata da Luigi XIV per consentire agli artisti francesi di soggiornare in Italia e apprendere l’arte del Rinascimento italiano con il Grand Prix de Rome.

un museo a cielo aperto

Villa Medici a Roma: un rifugio per gli artisti
Villa Medici, il giardino antistante la facciata interna

Cosa vi aspettate di trovare nella casa di un cardinale? Probabilmente un luogo semplice e severo. Ecco a Villa Medici siamo accontentati, almeno per i primi due minuti. La sobrietà è solo di facciata, precisamente della facciata esterna.

Già all’ingresso ci attende un elemento che di austero ha ben poco, una piccola rientranza nel battente sinistro del portale. Un dettaglio irrilevante – direte voi – se non fosse il segno di una palla di cannone sparata da Cristina di Svezia durante una notte di bagordi. Cose che capitano, nella movida romana del Seicento.

Varcata la soglia ci accoglie il Re Sole, scolpito da Domenico Guidi nel 1701 e posto in cima allo scalone del vestibolo. Il primo luogo a cui si accede è la Loggia dei Leoni. Tra colonne di cipollino e granito egiziano, due massicci leoni in marmo vegliano sulla fontana del Mercurio Volante. Il giovane dio è nudo, colto nell’atto di spiccare il volo con le ali sui talloni e il caduceo nella mano.

La prima vera sorpresa è la facciata interna che affaccia sul giardino, un regalo inaspettato per gli ospiti del palazzo.

Seguendo la moda del tempo, Ferdinando fece incastonare nel muro statue e bassorilievi emersi dagli scavi di Campo Marzio, compresi alcuni fregi originali dell’Ara Pacis. Cortei di figure togate, templi antichi, ghirlande e maschere, l’obelisco al centro del giardino: tutto racconta la passione del cardinale per le antichità. La sua dimora doveva essere un museo a cielo aperto. E lo ero, lo era davvero.

il giardino di Villa Medici

Villa Medici a Roma: un rifugio per gli artisti
il giardino di Villa Medici

Otto ettari di giardino estesi tra le mura Aureliane e la sommità del Pincio conservano intatto il tracciato cinquecentesco.

Un lungo viale costeggia il terrapieno con il boschetto di lecci, prosegue nello spiazzo antistante la dimora e termina con la statua della dea Roma nel giardino rettangolare.

L’area è suddivisa in sedici aiuole quadrate, cinte da siepi di alloro, bosso, pini marittimi e cipressi. I lavori di irrigazione hanno impreziosito il giardino con bacini e fontane, sparsi in un labirinto di viali popolato da pavoni, statue, sarcofagi e busti in marmo.

Particolarmente suggestivo è il gruppo scultoreo di Niobe e i suoi figli. La scena è pensata dal conte Balthus de Rola, storico direttore della villa a cui si deve un’importante campagna di restauro promossa nel 1961.

Restituire a Villa Medici tutto il suo prestigio è stata per me una vera e propria ossessione. Era una questione che aveva a che fare con la vita spirituale, un modo di conservare la vita.

Balthus de Rola

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la voliera di Jacopo Zucchi nella sala principale dello studiolo del cardinale

Passeggiando nel giardino è possibile imbattersi nella riserva dei gessi e nello studiolo del cardinale, destinato agli incontri più intimi.

L’ingresso è completamente rivestito di grottesche, opere di Jacopo Zucchi, che inserisce nel soffitto le vedute della villa. Sono trascorsi cinque secoli ma nulla sembra cambiato.

Nella sala principale dello studiolo, Zucchi dà prova della sua maestria, popolando una voliera di animali esotici. Troviamo un tacchino, una scimmia, il pavone, persino un riccio che lotta con un serpente. Il pergolato nasconde anche una ciotola e un pennello, con cui il pittore firma la sua opera.

Villa Medici a Roma: un rifugio per gli artisti
le farfalle sul soffitto della Stanza degli Amori, opera di Claudio Parmigiani

Le farfalle che circondano la ciotola hanno ispirato l’artista contemporaneo Claudio Parmigiani nella decorazione del soffitto della Stanza degli Amori al primo piano della villa.

I pannelli originali vennero dati alle fiamme per ordine del granduca Cosimo III che giudicò la decorazione troppo licenziosa.

L’impronta delle farfalle lasciata dal fumo di Parmigiani non è casuale ma è la traccia che evoca la memoria.

La Stanza degli Amori si trova nell’appartamento privato di Ferdinando de’ Medici, insieme alla Stanza delle Muse e alla Stanza degli Elementi. L’intreccio di immagini mitologiche e significati filosofici dipinti da Zucchi trasformano questi ambienti del palazzo in raffinate stanze della cultura rinascimentale.

Villa Medici tra passato e presente

Villa Medici a Roma: un rifugio per gli artisti

Pace e silenzio. Sono questi i grandi protagonisti di Villa Medici.

I rumori della città non scavalcano le mura, la vita moderna non intacca lo scorrere del tempo. L’accesso limitato e controllato non è riservatezza, ma rispetto del luogo, della sua storia e della sua funzione.

Il vero patrimonio di Villa Medici è la pluralità di stimoli in cui sono immersi i suoi ospiti. Artisti inquilini, abitanti custodi di un mondo antico e prezioso, che vive tra le mura della Villa e nei viali incantati del suo giardino.

E poi la villa sfida il cuppolone, vi pare poco?

dove come quando

  • Villa Medici si trova a Roma in viale Trinità dei Monti 1
  • il biglietto include una visita guidata (disponibile in italiano, inglese, francese)
  • la biglietteria è aperta da martedì a domenica dalle 9.30 alle 19 (i biglietti sono acquistabili 30 minuti prima di ogni turno di visita)
  • per maggiori informazioni è possibile consultare il sito villamedici.it

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