vox populi: le Statue Parlanti di Roma

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[vc_row][vc_column][vc_single_image image=”47507″ img_size=”full” add_caption=”yes” alignment=”center”][vc_column_text]Roma non è solo una città. È uno stato d’animo, un groviglio di emozioni, storie e persone. È l’ultima parola alla fine di un discorso, quella detta a tutti i costi. Perché Roma è soprattutto la casa dei romani e i romani zitti non ci sanno stare.

Fate un giro per le strade, salite in metro, entrate in chiesa. Vedrete che ho ragione: troverete qualcuno che gesticola, borbotta e si lamenta. La battuta è tra le labbra anche nelle situazioni più difficili. Provate a chiedere. Anzi chiedetelo a loro: le Statue Parlanti.

Le conoscete?[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

le Statue che parlano: chi sono

[/vc_column_text][vc_single_image image=”47509″ img_size=”full” add_caption=”yes” alignment=”center”][vc_column_text]La loro storia inizia con la Roma papale del XVI secolo. La libertà di pensiero era un lusso di pochi ma la voce dei romani era più forte: popolarono la città di Statue Parlanti, eroi in pietra dalla lingua lunga, ostili all’arroganza dei nobili e alla corruzione del clero.

Protette e favorite dall’oscurità, le Statue parlavano nella notte, con scritte satiriche lasciate in bella vista. Autori in incognito davano voce alle contestazioni più diverse. E nessuno veniva risparmiato.

Le sei statue formavano la Congrega degli Arguti, ed erano l’emblema di una romanità antica, verace e irriverente.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”1/2″][vc_column_text]

Pasquino, la prima delle Statue Parlanti

[/vc_column_text][vc_column_text]La prima statua a parlare è Pasquino, una copia ellenica mutilata e danneggiata in volto, che il Bernini giudicò di sublime fattura. L’opera venne alla luce nel 1501 durante gli scavi condotti per la ristrutturazione di Palazzo Orsini. Su ordine del cardinale Oliviero Carafa il torso in pietra venne salvato e collocato su un piedistallo.

Presto, intorno al collo della statua iniziarono ad apparire fogli anonimi contenenti le pasquinate, sagaci composizioni satiriche dirette a pungere le classi dominanti.

Celebre la pasquinata rivolta a Urbano VIII, che ordinò la rimozione del bronzo del Pantheon a favore del baldacchino di San Pietro:

Quod non fecerunt barbari, fecerunt Barberini.

[/vc_column_text][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”47489″ img_size=”full” add_caption=”yes” alignment=”center”][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Ovviamente la Chiesa cercò di vietare la pubblicazione delle pasquinate. Se Adriano VI progettò di gettare la statua nel Tevere, Benedetto XIII condannò a morte gli autori delle satire con un editto. Ma le pene e i controlli non servivano: Pasquino continuava a parlare.

E non era solo.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

Marforio, la spalla di Pasquino

[/vc_column_text][vc_single_image image=”47493″ img_size=”full” add_caption=”yes” alignment=”center”][vc_column_text]A fargli compagnia c’era Marforio, un’enorme scultura barbuta di epoca romana, raffigurante una divinità marina. La statua, conservata nei Musei Capitolini, fu rinvenuta nel Foro Romano presso l’Arco di Settimio Severo, insieme a una conca di granito che portava l’iscrizione mare in foro da cui è probabile provenga il nome.

Più delle altre statue parlanti, Marforio è il protagonista di numerosi dialoghi a distanza con Pasquino. Una menzione speciale spetta al loro botta e risposta durante l’occupazione francese di Roma, quando Napoleone depredò le nostre opere d’arte:

Marforio: È vero che i francesi sono tutti ladri?

Pasquino: Tutti no, ma Bona Parte.

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”47496″ img_size=”full” add_caption=”yes” alignment=”center”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_column_text]

il Babuino, rivale di Pasquino

[/vc_column_text][vc_column_text]Se Marforio è la spalla di Pasquino, il Babuino è il suo rivale: il Sileno Giacente entrò subito in competizione con le pasquinate, e le frasi appese al suo collo divennero babuinate.

Osservando la statua è facile intuire l’origine del nome: il suo aspetto grottesco lo rendeva simile ad una scimmia. Ad accrescere la fama del Sileno contribuì il Cardinale Dezza che toglieva il cappello ad ogni passaggio (scambiare un babuino per un santo si può, quando si è miopi).

L’opera ornava la vasca di una fontana pubblica, fatta costruire da Alessandro Grandi, ed era talmente singolare da influenzare la fantasia dei romani: in breve tempo via Paolina divenne per tutti via del Babuino.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

Madama Lucrezia, una signora nella Congrega degli Arguti

[/vc_column_text][vc_single_image image=”47498″ img_size=”full” add_caption=”yes” alignment=”center”][vc_column_text]Madama Lucrezia è l’unica rappresentante femminile della Congrega degli Arguti, posta tra Palazzo Venezia e la Basilica di San Marco al Campidoglio. L’enorme busto marmoreo proviene da un tempio dedicato a Iside e deve il suo nome a Lucrezia d’Alagno, l’amante del re di Napoli Alfonso V di Aragona, a cui l’opera fu donata.

La statua fu al centro di alcune manifestazioni popolari romane, che la vedevano ornata con collane d’aglio, peperoncini, cipolle e nastri. Nel 1799 la statua cadde dal suo piedistallo a faccia in giù e il popolo in rivolta scrisse sul dorso non ne posso veder più![/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”47500″ img_size=”full” add_caption=”yes” alignment=”center”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_column_text]

il giovane Facchino

[/vc_column_text][vc_column_text]Il Facchino è la più giovane delle Statue Parlanti di Roma e anche la più piccola. Realizzata tra il 1587 e il 1597 su disegno del pittore fiorentino Jacopo del Conte, raffigura un acquarolo mentre versa acqua dalla sua botticella. Indossa l’abito e il berretto tipico della corporazione ma il viso è logorato dalle intemperie e dalle sassate dei ragazzi di strada. Un’epigrafe scomparsa recitava:

Ad Abbondio Rizio, coronato [facchino] sul pubblico selciato, valentissimo nel legar fardelli. Portò quanto peso volle, visse quanto poté; ma un giorno, portando un barile di vino in spalla e dentro il corpo, contro la sua volontà morì.

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”1/2″][vc_column_text]

l’Abate Luigi e le sue teste

[/vc_column_text][vc_column_text]L’Abate Luigi è il nostro ultimo oratore.

Rinvenuta nell’area del Teatro di Pompeo, dal 1924 la statua si trova in piazza Vidoni, all’interno del porticato del Palazzo della Valle.

L’opera raffigura un uomo togato di foggia tardo-romana; probabilmente il soprannome fu ispirato dalla somiglianza con il sacrestano della vicina chiesa del Sudario.

Purtroppo nei secoli la statua è stata più volte decapitata e la testa è frutto di continue sostituzioni. Si narra che i magazzini del Comune conservino casse intere di teste dell’Abate Luigi. È proprio in occasione dell’ennesima decapitazione che la statua parlò l’ultima volta:

tu che m’arubbasti la capoccia
vedi d’ariportalla immantinente
sinnò, vòi véde? come fusse gnente
me manneno ar Governo.
E ciò me scoccia.

[/vc_column_text][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”47504″ img_size=”full” add_caption=”yes” alignment=”center”][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Le Statue Parlanti hanno molto da dire anche ora che non parlano (quasi) più: silenti raccontano una storia, quella del popolo, iniziata e mai interrotta. Con battute pungenti, sagaci, le Statue hanno dato voce ai deboli, hanno toccato le caste degli intoccabili. La loro (marmorea) indifferenza ha punito l’arroganza dei forti. E a vederle gli si vuole bene, come solo un romano sa fare.

A proposito, ve l’ho detto che sono di Roma?[/vc_column_text][vc_column_text]

dove come quando

Possiamo trovare le statue a questi indirizzi:

  • Pasquino, in piazza di Pasquino
  • Marforio, all’interno dei Musei Capitolini (Palazzo Nuovo)
  • Babuino, in via del Babuino
  • Madama Lucrezia, in piazza San Marco
  • Facchino, in via Lata
  • Abate Luigi, in piazza Vidoni

Per maggiori informazioni è possibile consultare la pagina dedicata alle Statue Parlanti sul sito del Comune di Roma.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

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